Non credente: vorrei...
N > Non credente
Gv.1,11: "I suoi non l'accolsero".
Vorrei scriverti una lettera d'amore, caro
fratello incredulo, per svelarti i sentimenti che palpitano per te nel mio
povero cuore.
Mi sento in difficoltà come un sano che va a
visitare un malato: la fede è la mia salute. Perchè tu no? Ti sono molto vicino,
perchè la mia fede convive nel mio cuore con il sospetto: altrimenti sarebbe
superficiale, scontata.
Ti sono riconoscente, perchè la tua
incredulità mi costringe a meravigliarmi e ringraziare, per la mia fede.
Tuttavia ti domando rispetto per la mia fede: un po' come ti domando il pudore
per il mio corpo; è infatti una parte di me più intima della mia carne.
Ma penso che dovresti desiderare di
spogliarmi l'anima per spiare l'oggetto misterioso della fede, se vuoi
conoscere davvero me. Un po' come la sposa che vuol rivelare il suo corpo allo
sposo.
Sarei contento se tu provassi davvero il
sentimento della paura davanti alla vita: la fede certo nasce dalla paura. Ma
la paura è salute. La sicurezza malattia, davanti al mistero grande della vita.
Vorrei invitarti
alla ribellione davanti alla morte. Vorrei invitarti a ricordare senza vergogna
il presepio e le preghiere che ti insegnava la nonna: non c'era forse nascosta,
sotto il velo della favola, la chiave del mistero della vita?
Vorrei invitarti a guardare un fiore e una
stella a occhi chiusi, ed anche il mio sorriso, per sperimentare che
l'essenziale è invisibile agli occhi.
Vorrei
inginocchiarmi con te davanti a un bambino appena nato malato inguaribile per
stringere insieme una puntura di veleno mortale e domandarci perchè no.
Vorrei
domandarti perdono per le mani e soprattutto per il volto dei credenti. Gandhi,
dopo aver letto il Vangelo, voleva diventare cristiano. Ma rinunziò guardando
il volto dei cristiani: troppo raramente li scoprì felici.
Vorrei incontrare con te qualche persona
davvero amica del Signore, un missionario sepolto nelle favelas, una mamma che
cura con gioia il figlio malato che non la può conoscere, vorrei fissare con te
i nostri occhi negli occhi di S. Francesco o di frère Roger, di Madre Teresa,
di Charles de Foucauld, per scrutare se nei loro sguardi visibili scopriamo la
traccia dell'invisibile.
Vorrei non offenderti rivelandoti, che, se
credi nell'Amore gratuito più che nel denaro e nella salute, forse allora sei
credente anche tu, forse più di me!