Pellegrinaggio: in camera d'albergo
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"E' passeggero il mondo, con le sue passioni"
Ricordami spesso l'ammonimento di S. Ignazio quando mi ricorda che ciascuno
di noi, al confronto con la "durata" della vita eterna è come se la
sua vita intera fosse trascorsa nel breve spazio di una notte d'albergo.
Ricordami spesso, con il tuo Pietro, che noi
non abbiamo qui una dimora stabile, anche se abbiamo terminato le rate del
mutuo e possiamo sentirci finalmente di abitare tranquilli "in casa
nostra", mentre ben sappiamo che, prima o dopo, riceveremo tutti
l'ingiunzione di "sfratto" da questa terra.
Ricordamelo
anzitutto nell'arredamento semplice e pur di buon gusto, essenziale, della mia
casa, dove chi entra possa intuire subito che ci sentiamo davvero "di
passaggio" fra quelle mura, provvidenziale sosta verso la casa di cui tu
Gesù, dicesti: "Vado a prepararvi un posto che nessuno vi toglierà".
Invitami a
portare con me soltanto l'indispensabile del pellegrino, la cui valigia si
alleggerisce per più speditamente procedere: svuota i miei bagagli
dall'attaccamento alle cose, al denaro, alle comodità, alle pigrizie.
Donami il coraggio di
ricordare spesso a me stesso e a chi amo, che anche gli amori della mia vita,
della mia famiglia, sono affetti di un pellegrino, che se ne dovrà prestò
distaccare: saprò così superare banalità ed abitudine nei miei affetti,
alimentando un sempre rinnovato stupore di avere accanto a me quelli che amo!
Mettimi in cuore, come ad ogni vero
pellegrino, il gusto di domandare un aiuto, magari un prestito, anche quando
non ne avessi effettivamente bisogno, per il gusto di sentirmi dipendente dagli
altri, per vincere la mia autosufficienza!
Come Tu indirizzi i passi del vero pellegrino
verso la meta santa di un luogo santo, indirizza altresì i passi della mia
vita, i progetti del mio domani, i gusti della mia sensibilità, verso le mete
sante della generosità, della comunione e dell'incontro con Te.
Non permettermi
di indugiare, come pellegrino distratto, dinnanzi alle vetrine della vanità di
questo mondo, vetrine così spesso insanguinate dal sangue dei Poveri, bagnate
dalle lacrime del Malato, che il paravento del mio cuore arido vuole
nascondermi.
Fammi attento osservatore dei compagni di
viaggio nel pellegrinaggio della mia vita: dammi il gusto di avere con me
persone non superficiali, persone che sentono e palpitano in cuore le stesse
comuni passioni per i rapporti profondi, per i "colpi d'ala", per i
sogni impossibili, per la rabbia comune per un mondo stupido e sanguinario.
Dammi,
Signore, una passione sconfinata per questa terra e per questi compagni di
pellegrinaggio, ma un'impazienza ancor più fremente per la casa comune del tuo
Cielo!