Precarietà: di tutto, senza la fede - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Precarietà: di tutto, senza la fede

P > Precarietà
1Gv 5,4: "La vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede!".
Se dici di credere in me, figlio mio, anzitutto ti ricorderai spesso di me, come un bimbo si ricorda del papà, nei momenti belli e in quelli difficili, ma soprattutto nei momenti comuni: vorrei, figlio mio, che il pensiero di me fosse il primo che ti corre incontro quando ti svegli e l'ultimo quando ti addormenti. E poi, quando non hai niente da pensare, quando non lavori, non giochi o non studi, sarei contento che pensassi a me domandandoti: chi sa che faccia ha Dio mio Padre!?
Se dici di credere in me, vorrei che mi telefonassi spesso, per dirmi che mi vuoi bene, per raccontarmi le tue cose anche se le so già, per domandarmi consiglio, e anche perdono. La gente dice che io non rispondo mai alle telefonate, ma se fai silenzio davvero ecco che la senti la mia voce dentro, quella voce che ti indica la via diritta in salita, la via della gioia!
Se dici di credere in me, dovresti fidarti di me e tentare di dirmi grazie sempre, sia quando ti nasce un figlio, o un fratellino, sia quando ti porto via la mamma. Lo so che è difficile, ma tu lo sai che io scrivo dritto anche sulle righe storte della vostra vita.
Se dici di credere in me, tuo Padre, lo sai che io ti presento tanti altri miei figli, tuoi fratelli. E allora non ti siederai a tavola tranquillo fintanto che non farai tutto il tuo possibile perchè anche gli altri abbiano una tavola attorno a cui pranzare. Potrai fare poco, ma anche il poco che farai ti farà digerire meglio il tanto che porti sulla tua tavola.
E il divano sul quale guardi ogni sera la TV ti si riempirà di puntine da disegno se non ti ricordi mai della vecchietta di sopra, sola con il suo gatto. E starai in ansia per la partita fra Ebrei e Palestinesi più che per il risultato della tua partita del cuore. Queste cose vogliono dire credere in Me vostro Padre!
Se dici di credere in me, ti fermerai davvero a guardare il fiorellino del prato e le stelle del cielo: ne ho dipinto miliardi e forse tu neppure te ne accorgi: S. Francesco prendeva a bastonate i fiori del campo perchè urlavano troppo forte: "grazie mio Dio".
Se dici di credere in me, ti capiterà qualche volta di inginocchiarti davanti a tuo figlio, a tuo nipote, e ti inginocchierai addirittura davanti allo specchio, guardando te stesso, perchè voi non siete vostri, ma miei, e dentro i vostri cuori Io ho deposto una scintilla del mio sole. Ti inginocchi mai davanti a te stesso? E ora non ti arrabbiare mentre ti ripeto che se dici davvero di credere in me, avrai anche paura dell'inferno: ce l'hai la paura dell'inferno, per te e per quelli che ami? Perchè io ti ho avvisato che chi vive egoista, pensando solo a se stesso e quelli fuori della porta si arrangino, che non me ne importa, ecco che dopo la morte si troveranno per sempre da soli con se stessi e quella solitudine brucerà in cuore più che se metessi la mano sul fuocherello che hai acceso per cuocere il barbecù sui prati.
Lasciami ancora aggiungere che se dici davvero di credere in me non butterai nella spazzatura neppure la malattia che morde il corpo di tua mamma, il tuo corpo o perfino il corpo di tuo figlio. Guarda mio Figlio sulla croce: ci ha salvato nel dolore e da allora il dolore non è più spazzatura ma concime per dei fiori che soltanto Io so dove sbocceranno.
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