Festa: vita come festa - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Festa: vita come festa

F
 
Gv 2,1: "Ci fu uno sposalizio in Cana di Galilea".
 
Grazie, Signore, perchè il primo prodigio delle tue mani divine non l'hai operato per restituire un morto alla vita, per moltiplicare i pani per la folla affamata, per restituire il passo a un paralitico, ma hai regalato la tua prima onnipotenza ad una festa di nozze:
 
volevi dirci che non eri venuto ad appesantire la legge antica, ma per fare della vita una festa, e della vita eterna una festa senza fine: voglio cominciare anch'io ogni giornata non come un compito ma, nonostante tutto, come una vacanza!
 
Grazie perchè non è vero quello che pensano in tanti, che il tuo cioè sia un invito alla fatica e al dovere, quasi che per il cristiano sorridere e ridere sia peccato: certamente Tu hai camminato verso la croce e ci hai invitato a seguire i tuoi passi, ma già intuivi il "lieto fine" della tua resurrezione e ne traevi l'entusiasmo per vivere appassionato e giocoso il breve tragitto del tuo viaggio in mezzo a noi.
 
Insegna anche a me ad attraversare la siepe pungente di questa foresta, raccogliendo con esultanza ogni fiorellino che ne spunta, fisso lo sguardo al giardino di eterna primavera che ci aspetta.
 
Tu hai scelto l'immagine di un banchetto nuziale per adombrare il mistero della tua unione, intima e irreversibile, con tutti e ciascuno di noi. E quel vino già si colorava del rosso tuo sangue che tu, Sposo messianico, avresti offerto alla tua Sposa, sgorgandolo dal tuo petto sulla croce e rinnovandolo in ogni Eucarestia: insegnami, Signore, a radicare nella notizia del tuo infrangibile matrimonio con me la pianta di una gioia che nessun gelido vento possa appassire!
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