Cuore: di Gesù e nostro (Mt11)
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Mt 11,29: "Io sono mite e umile di cuore"
Ti ringrazio, Signore Gesù, perchè tu non sei
un'idea, tu non sei un Principio eterno ed immutabile e tu non sei neppure un
superilluminato filosofo: tu sei un Dio che ha saputo amare, abbracciare,
piangere ed arrabbiarsi, esultare e intenerirsi.
Grazie perchè
ci hai pensati e voluti, uomini e donne, capaci di questi sentimenti che ci
scappa di considerare come fastidiose debolezze mentre costituiscono invece
quella misteriosa ricchezza che ci distingue dai perfettissimi meccanismi
dell'elettronica.
Grazie perchè
tu ti sei incantato dei gigli del campo, perchè hai pianto per la mamma privata
del figlio, perchè hai palpitato per l'amico Lazzaro e le amiche Marta e Maria,
perchè ti sei chinato sulla peccatrice che ti profumava i piedi asciugandoli
con i suoi capelli,
perchè hai fissato con sguardo tenerissimo il giovane ricco, perchè hai
vissuto un rapporto specialissimo con il più giovane degli Apostoli al punto da
suscitare morbosi sospetti, grazie perchè hai urlato sulla Croce.
Grazie perchè
ci insegni a prendere in mano il tuo Vangelo con la trepidazione di chi sfoglia
la lettera dell'innamorata.
Grazie perchè
ci permetti di prendere fra le mani il tuo corpo eucaristico, l'ostia santa,
con il sussulto di chi sente il proprio corpo abbracciato da chi ama.
Grazie perchè
concedi al nostro cuore di partecipare alle travolgenti passioni che
palpitarono nel tuo cuore affascinato dal sogno di un "Regno di Giustizia,
di Amore e di Pace".
Grazie perchè
ci inginocchi entusiasti e tremanti davanti al santuario della tua presenza che
abita nel cuore di chiunque crede nell'Amore più che nel denaro.
Grazie perchè
accendi il nostro cuore della vibrante speranza di abitare un giorno
l'appassionato ed universale abbraccio del tuo Cielo!