Dolore: grazie per la croce
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1Pt 4,12: "Felici coloro che soffrono con Cristo".
Grazie perchè se amare è un poco morire a se stessi, ecco che il dolore è un po' cominciare a morire, e perciò un cominciare ad amare! Vuoi trovare una persona che ami davvero? Cercala fra chi ha sofferto il dolore davvero, e non è stato così sciocco da cancellarne il ricordo. Croce: apprendistato dell'Amore, se non te ne lasci schiacciare e marcire, anzichè abbracciarla!
Grazie, Signore, perchè la croce è scuola di verità: dalla sua altezza scopriamo le piste vere della felicità, che, appoggiati alla panchina, non avremmo neppure intravvisto: quando la notte cala più buia si intravvedono le innumerevoli, enormi stelle che il piccolo fiammifero del sole ci impediva di vedere di giorno!
Grazie, Signore, perchè il dolore fisico ci ricorda che questo nostro corpo, oggi, lucido, scattante, accattivante, è fatto per appassire. Quanto mi aiuta a vivere con coraggio e destrezza ricordarmi che non sono nè eternamente giovane, nè immortale. Voglio chinarmi a raccogliere i semi preziosi, carichi di vita, sopravvissuti al vento del dolore che ne aveva strapazzato i petali!
Grazie, Signore, perchè questa spina inestirpabile del dolore su questa terra mi aiuta a sentirmi di passaggio su questo pianeta. Il turista americano ammira la semplice e povera pulitissima casa del monaco Zen ma gli fa notare che ci mancano tante cose importanti. "Anche lei, signore, viaggia con uno zaino, limitandosi all'indispensabile in queste lande desolate!" "Si, certo, ma io sono qui di passaggio" risponde il turista. "Anch'io" conclude il monaco.
Grazie, Signore, perchè mi fai desiderare il tuo Cielo a partire dalle esperienze di più felicitante pienezza di cui sono capace: riconosco in quegli attimi l'anticipo della tua eternità. Ma concedimi altresì l'onestà di desiderare il tuo Cielo, di desiderare fortissimamente che esista anche e soprattutto quando questa Terra la vivo come decisamente, tragicamente inospitale: "se il mio cuore è fatto per Te, mai troverò pace fin tanto che in Te non riposa", esclamava Agostino!
Grazie, Signore, perchè tu sei un Dio-Uomo crocifisso. Non saprei cosa farmene di un Dio onnipotente racchiuso nella sua autoerotica felicità. Così si che sei un Dio vicino, un "Dio-con-noi". La mia croce mi spinge a fissare lo sguardo nella Tua, anzi, in Te Crocifisso. Quale intimità con il Crocifisso più di quando crocifisso lo sono anch'io? Quale ebbrezza poter ripetere con Paolo "completo in me quello che manca alla Croce di Cristo!".
Grazie, Signore, quando pianti il legno fresco della tua croce nella terra buona del mio cuore, abbeverandolo di lacrime e sangue. Non permettere che io strappi il legno della croce dal mio giardino con un sacrilego oblio che vuol ritornare alla vita "serena" o baldoriante di sempre! Non permettere che io consideri il dolore spazzatura della vita senza riconoscervi il più prezioso concime.
Grazie, Signore, perchè il dolore, morale o fisico è sempre un richiamo alla mia finitezza e alla finitezza ultima della morte. Scampami dalla morte improvvisa, inconsapevole e indolore, per darmi invece il tempo di prepararmi nella purificazione del dolore, all'abbraccio definitivo dell'Amore!