Globalizzazione: (At1) da vivere anzitutto nel cuore
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At 1,8: "Mi sarete testimoni fino ai confini della terra"
Tu sai, Signore, come ciascuno di noi si sente protetto da coloro che, intorno, gli vogliono bene, protetto dalle mura solide, calde, rassicuranti della propria casa, protetto dalla sicurezza dei sentimenti della propria famiglia, dei propri amici.
Tu sai, Signore, come io guardi il "Marocchino" per strada con sguardo benevolo e paternalista, forse perfino intenerito, fino a che non bussa alla porta della mia casa.
Ma Tu sai che quando lui mi rivela la situazione drammatica di solitudine e di abbandono in cui vive, il prezzo strozzino che paga per vivere in un garage, la separazione dalla propria famiglia, allora lui riesce a bussare alla porta del mio cuore: allora non lo sento più invasore della mia vita, della mia tranquillità, della mia pace crudele, ma mi ricordo del Tuo Vangelo quando hai detto "ero straniero e mi avete ospitato..."
Grazie, Signore, per averci chiamato a vivere nella Chiesa "Cattolica", cioè universale. Ma concedi a chi crede in te di vivere realmente nella Chiesa Cattolica con cuore cattolico, cioè universale, aderendo a tutte quelle iniziative che credono in un mondo di fratelli figli dello stesso Padre.
Impedisci, Signore, di essere sordo, cieco e muto quando qualcuno, dall'esterno della mia famiglia o del mio "giro" di amici mi apre orizzonti che non vorrei mai aver intravisto. Forse il figlio tossico della mia amica, quel Papà licenziato, perciò depresso, i nonni lasciati soli dai figli con il "pallino" dei viaggi... Apri, Signore, apri tu questa mia casa che io non ho il coraggio di aprire, per lasciarmi interpellare dalla visita inaspettata del "forestiero" alla mia vita tranquilla.