Amore del nemico
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1Sam 26,2.7-9.12-13: "Anche il mio nemico è tuo figlio! "
Tu ci presenti oggi, Signore, il gustoso
episodio di Davide che sorprende nel sonno il nemico Saul che lo stava
braccando. Respingendo le sollecitazioni di Abisai ad approfittare
dell'occasione "provvidenziale", si accontenta di sottrarre al re la
lancia e la brocca d'acqua posata accanto al suo capo, invitando poi un soldato
a recuperare la prova della sua magnanimità.
Signore! Voglio notare che Davide vede il nemico
mentre dorme, uomo in quel momento debole come lui. Può guardarlo in calma e
pensare a cosa stava sognando, alle sue debolezze, alle persone che gli
volevano bene. Insegna anche a noi a togliere al nemico la maschera di nemico
per restituirgli il volto di uomo: lo sapremo guardare in un altro modo!
A Davide viene presentata quella circostanza
come un'occasione "provvidenziale", una vera "mano di Dio".
Ma, a differenza di quasi tutto l'Antico Testamento, Davide capisce che il suo
nemico non può essere nemico di Dio, perchè Dio non ha nemici. Lo sguardo di
Davide scava oltre il volto di Saul e legge nel suo cuore il sigillo del
"consacrato". Insegna anche a noi, Signore, a scoprire nel cuore di
chi ci ferisce il sigillo della sua figliolanza da Te: ferire lui sarebbe come
voler ferirete Te, suo Padre!
E poi Davide restituisce la lancia. Potrebbe
sembrare un gesto di scherno. Ma possiamo capirlo come il gesto con cui Davide
rifiuta di usare le armi dell'avversario. Qualunque sia l'arma usata dal nostro
avversario, la carabina, la parola, la penna, lo sguardo.... ecco che
quell'arma a noi non serve perchè al cristiano non servono le armi, neppure per
"legittima" difesa!
Insegnami come proprio
qui stia la mia forza, nel concedere all'avversario lo "svantaggio"
delle armi, presentandomi a lui a mani e lingua nude, soprattutto quando, come
Davide, noi siamo in piedi e potremmo infliggergli il colpo decisivo!
L'apparente resa diventa la più vera vittoria. La debolezza è la nostra forza!