Digiuno: e armonia
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Is 58,6: "Questo è il digiuno che voglio".
Signore Gesù,
tu hai raccolto la tradizione dei secoli e dei continenti, laddove indica nel
digiuno fisico un gesto profondamente umano e squisitamente religioso! Disponi,
Signore, in armonia, il nostro cibo e il nostro digiuno.
Dònaci palato
libero dai gusti dalle preferenze, dalle debolezze, dalle golosità del nostro
cibo. Insegnaci a cominciare dal dominio rigoroso della nostra gola il dominio
sereno e inesorabile del nostro cuore. Aiutaci ad apprezzare sempre di più la
mano amica, fraterna, affettuosa di chi ci porge il piatto, più che il piatto e
il suo contenuto.
Insegnaci la
preferenza per il cibo sano, semplice, povero, biologico, ma dònaci soprattutto
il gusto del cibo condiviso con chi non ne ha.
Insegnaci
tuttavia anche la stima del digiuno fisico, come prova per noi e per te che il
cibo non diventi lo scopo della nostra vita.
Educa i nostri
gusti, così che sappiamo domandare spontaneamente alla nostra pancia la virtù
robusta del digiuno fisico, volontario, come condivisione di cuore e
restituzione di portafoglio, a chi fa digiuno involontario tutto l'anno.
Dònaci Amici
veri che ci accolgono alla loro tavola con una mensa semplice o perfino povera,
dimostrandoci così di saperci dar da mangiare, con il frigo vuoto, attingendo
al loro cuore pieno.
Liberaci dal
gusto dei banchetti raffinati e sovrabbondanti, consumati di nascosto dai
Poveri appena dietro la porta.
Insegnami a
scoprire il valore penitenziale del digiuno, per il mio corpo assetato di
piacere, impaurito dal sacrificio per Amore.
Insegnami a superare il nervoso più con il silenzio e la preghiera che con
le sigarette e i bocconi
affannosi. Dònami la gioia di un cuore più pieno anche attraverso una
pancia più vuota!