Mortificazione: come valore
M > Mortificazione
Col. 3,5: "Mortificate quella parte di voi che appartiene alla
terra".
Non posso
credere, Signore, che millenni di storia, cristiana ed orientale, in cui il
digiuno e la penitenza sono stati ampiamente praticati, costituissero soltanto
un fatto clinico.
Voglio credere
che il digiuno che tu stesso, Signore, hai praticato, aiutasse
l'"anima" a riappropriarsi del corpo: ravviva anche in me l'ambizione
di pienamente, pacificante, possedermi.
Aiutami a credere in questa logica misteriosa
del Corpo Mistico per cui il bene e il male di tutti circolano nelle vene
dell'anima di tutti, al punto che la penitenza di quell'eremita che mai
conoscerò, sconta invece i miei peccati di lussuria più nascosti nelle pieghe
della mia fantasia: solo in cielo io saprò, e lui saprà, e ci abbracceremo.
Disponi,
Signore, in armonia, il nostro cibo e il nostro digiuno. Dònaci palato libero
dai gusti, dalle preferenze, dalle debolezze, dalle golosità del nostro cibo.
Insegnaci a
cominciare dal dominio rigoroso della nostra gola al dominio sereno e
inesorabile del nostro cuore. Aiutaci ad apprezzare sempre di più la mano
amica, fraterna, affettuosa di chi ci porge il piatto, più che il piatto e il
suo contenuto.
Educa i nostri
gusti, così che sappiamo domandare spontaneamente alla nostra pancia la virtù
robusta del digiuno fisico, volontario, come condivisione di cuore e
restituzione di portafoglio, a chi fa digiuno involontario tutto l'anno.
Dònaci Amici
veri che ci accolgono alla loro tavola con una mensa semplice o perfino povera,
dimostrandoci così di saperci dar da mangiare, con il frigo vuoto, attingendo
al loro cuore pieno.
Dònami la gioia di un
cuore più pieno anche attraverso una pancia più vuota!