Mitezza: la forza della mansuetudine
M > Mitezza
Mt.11,29: "Imparate
da me che sono mite e umile di cuore".
Signore Gesù: tu avevi la forza di chiudere
la partita nel trionfo della giustizia definitiva e universale, come farai il
giorno dell'ultimo giudizio.
Invece hai preferito seminare i tuoi passi di
tanti piccoli fiorellini profumati: qualche miracolo per quei quattro poveracci
sconosciuti che incontravi sui viottoli di Palestina.
Insegna anche
a noi quella vera forza interiore, capace di farci muovere in tenerezza senza
lacrimucce, in sensibilità senza suscettibilità, in generosità senza ansia
opprimente, in squisitezza senza estetismi, in finezza d'animo senza
compiacimento di se.
Smaschera, Signore Gesù, quella paura che si
veste di aggressività, quell'incertezza che si nasconde di tracotanza, quell'indispettirsi
che si maschera di giustizia!
Grazie per
questi lebbrosi che tu sai guarire dopo averli abbracciati in tutta
mansuetudine, respirando come profumo del cuore la puzza della pelle.
Grazie per lo sguardo di tutta mansuetudine
che sai lanciare generoso al giovane ricco quando già la tua onniscienza
conosceva la sua risposta avara.
Grazie per la tua mansuetudine con i bambini,
allora considerati solo un debito per la famiglia: dai l'impressione che, se tu
avessi avuto un bambino, non ti saresti innervosito quando ti svegliava di
notte. Grazie per la tua mansuetudine con le donne, da sempre considerate
uomini mutilati: hai avuto la forza di indirizzare serenamente verso il Padre e
verso i fratelli l'innamoramento di Te che avrai in esse suscitato incontrandole.
Grazie per il tuo accostarti ancor oggi
intenerito ad ogni malattia con l'onnipotenza del taumaturgo, porgendo al
malato soltanto la speranza che le sue lacrime e il suo sangue non finiscano
nel lavandino e basta.
Grazie per le tue parole dalla Croce, tanto
robuste da carezzare mansueto con gli occhi chi ti impediva coi chiodi di
carezzarlo con le mani.
Mandaci uomini
e donne così forti da rinunziare sempre e serenamente alla propria forza!