Pacifismo: nella storia di tutti e mia!
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Mt 5,39: "Ma io vi dico di non opporvi
al malvagio"
Voglio
guardare con occhi traboccanti sorpresa e raccapriccio la storia della violenza
legalizzata dagli Stati, dalla Chiesa, e dalle famiglie: scrollerò la testa e
piangerà il mio cuore.
Voglio
guardare con lo sconforto in cuore lo spettacolo della parata militare come lo
spettacolo della violenza allo stadio, ma voglio parimenti guardarmi allo
specchio per cogliere sul mio viso le tracce della mia violenza quotidiana.
Secoli di
storia hanno giustificato la guerra fra gli stati e l'uso della tortura: non
voglio dirmi che da sempre sul lavoro usa comandare e imporre duramente; non
voglio dirmi che da sempre in famiglia usa strillare e dare ceffoni: credo che
se la storia dei popoli è cambiata, anch'io potrò cambiare la mia storia.
Insegnaci, Signore, le strade per non rassegnarci alla violenza neppure quando,
ammantata di sacralità, comandata in nome di un "dio onnipotente"
garante della nostra potenza, quando la incontrassimo nascosta e strisciante
fra le colonne delle nostre chiese e delle nostre cattedrali: anche allora,
soprattutto allora, insegnaci la forza disarmata e disarmante dell'amore.
Conducimi per
mano a scoprire la mia violenza quando inchiodo con gli occhi, quando
schiaffeggio col disprezzo, quando paralizzo col mutismo, quando trafiggo con
l'ira repressa, quando imbavaglio con la squalifica, quando avvinghio con la
voglia di possesso.
Ogni volta che
vinco con la violenza rivelami sconfitto da me stesso, travolto dalla belva che
mi àbita. Concedimi, Signore, quell'esperienza di tenerezza con Te che sappia
contagiarsi l'esperienza di più robusta tenerezza con quelli che mi amano, fino
a traboccare nel tentativo di più faticosa ma più preziosa tenerezza con quelli
che non mi amano.