Anziani: beato chi li apprezza!
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						Dan: "La folla prestò loro fede perchè erano anziani".
Beato chi riconosce nell'Anziano un tesoro di
						sapienza invece di considerarlo un laccio per la nostra libertà e un peso
						inutile per le nostre tasche: costui saprà raccogliere nell'età giovanile la
						fioritura di vita che avrebbe potuto profumare solo molto più tardi.
Beato chi intravvedendo la parabola di vita
						dell'anzianobeato chi li apprezza! si scampa dalla comunissima tentazione di
						considerare la propria vita come una colorita e inesauribile semiretta: ogni
						vita s'incammina verso la parabola fisicamente discendente, non c'è ragione di
						vivere come tutti, presunti immortali.
Beato chi sa far scoprire all'anziano i
						tesori di saggezza che racchiude in cuore, liberandolo dalla prigione del
						rimpianto, nel tentativo di far rivivere nei più giovani ciò che; passato nel
						severo filtro dell'esperienza, meritava e merita di essere davvero vissuto.
Beato chi non esige dall'anziano il
						linguaggio e le prospettive delle mode correnti, come se il nuovo fosse
						inevitabilmente meglio dell'antico, ma sa farsi confidare gli errori giovanili,
						le valutazioni affrettate, i treni persi, i sogni rimasti purtroppo nel
						cassetto: quel giovane se ne tornerà a casa avendo ricevuto molto più di quanto
						pensava di dare!
Beato il giovane che non rifugge l'anziano
						per il timore di ricordarsi che invecchierà lui pure: conviene vivere
						intensamente questi troppo pochi 100 anni che ci vengono dati da vivere, senza
						appollaiarsi sulle panchine della vita.
Beato colui che sa camminare lentamente per
						accompagnare il passo affaticato dell'anziano: il cuore di quel giovane
						galopperà più veloce.