Ammalato: quando tocca a me - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Ammalato: quando tocca a me

A > Ammalato
Sal 102: "Preghiera nella malattia"
Signore, mi hai preso per mano, ma mi hai stretto forte, fino a farmi male nel mio corpo con LA SPINA AGUZZA DELLA MALATTIA.
Grazie perché mi hai aperto gli orizzonti della SPERANZA NELLA GUARIGIONE, senza farmi dimenticare i momenti preziosi e difficili dei primi sintomi, delle prime interminabili attese, delle diagnosi incerte, dei momenti bui in cui tutto sembrava perduto.
Grazie, Signore, per QUELLI CHE MI HANNO VOLUTO BENE, curandomi con amore, senza farmi pesare il loro servizio.
Grazie per i Medici e gli Infermieri che mi venivano incontro con il sorriso. Ma grazie anche per LA FORZA DI SORRIDERE a quelli che mi trattavano come un animale, a quelli che tardavano tanto nella notte lunga, interminabile.
Grazie perchè mi hai fermato: così preso dal mio giro di cose rischiavo di restarne travolto, come se il mondo non potesse continuare a girare senza che io lo spingessi: e Tu mi hai fermato per regalarmi IL TEMPO DI PENSARE alla mia vita, di accorgermi di vivere.
Grazie perchè, io che non volevo mai dare fastidio a nessuno, ho imparato A FARMI AIUTARE, a farmi lavare, a farmi imboccare, a farmi accompagnare in bagno, a farmi asciugare la fronte, a domandare sulla fronte un bacio, una carezza.
Grazie, Signore, perchè la scure affilata del dolore ha potato I RAMI INUTILI, le tante preoccupazioni piccine della mia vita, aprendo la strada ai germogli nuovi del l'attenzione verso gli altri, verso chi soffre come e più di me: senza quella potatura non ne sarei stato capace.
Grazie, Signore, perchè io pensavo di possedere la mia vita nelle mie mani e me l'hai fatta scoprire APPESA AL FRAGILE FILO stretto dalle tue dita, fedeli sempre, presenti, trepidanti, sempre, soprattutto quando non Ti sento.
Grazie, Signore, per avermi offerto l'occasione di pensare che questo filo della mia vita avrebbe potuto finire di lì a poco, così da incoraggiarmi a ricamare con TUTTO IL POCO O TANTO FILO CHE MI RESTA il disegno più bello possibile della mia vita.
Grazie, Signore, per i segnali di speranza che dai alla mia malattia, ma grazie anche per la forza che infondi nel mio cuore per renderlo capace di accogliere LE FERI I L INGUARIBILI che rimarranno per sempre nel mio corpo.
Grazie, Signore, perchè hai dato senso a questo dolore della mia carne, questo dolore che tutti fuggono, di cui tutti tentano di sbarazzarsi come inutile spazzatura: grazie perché questo dolore innocente, unito alla tua Croce, diventa MISTERIOSA SALVEZZA per tanti che solo in Cielo potranno ringraziarmi.
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