Spensieratezza: tristezza! - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Spensieratezza: tristezza!

S
 
 
Lc 16,19-31: "C'era un uomo ricco che banchettava ogni giorno".
 
Vorrei aggiungere un undicesimo comandamento a quei dieci che già ben conosciamo: "Non dimenticarti di pensare, e di pensare bene!". Eccoci qui davanti ad uno "spensierato" dei tanti che già il profeta Amos frustava nella prima lettura. E mentre il povero Lazzaro ha il suo nome, costui non è neppure degno di essere ricordato per nome nel tuo Vangelo: "il ricco Epulone, l'Innominato!".
 
Perdona, Signore, quel volgare e oggi idolatrato cantante che non vogliamo neppur noi nominare che si rivolge ai giovani vantandosi di essere amato da tanta gente perchè le sue canzoni aiutano tanta gente a non pensare!
 
Fammi scoprire come per tanti miei disgraziati e banchettanti fratelli, la vera minaccia non sia né la fame, né la malattia, né la disoccupazione, né il buco dell'ozono e neppure il sospetto sulla fedeltà del proprio coniuge, ma il pensiero. Pensare a occhi spalancati sul mondo e dilatati sul proprio cuore, anziché paraocchiuti sui propri interessi piccini, ecco, "pensare" davvero costituirebbe la più terribile delle catastrofi!
 
Fammi nascere in cuore tanta compassione per questi spensierati che pure qualche pensiero dimostrano di avercelo: il pensiero del lusso sfrenato, l'ansia delle prossime ferie dall'altra parte del mondo, così da arrivare abbronzati mentre il clima autunnale allinea dalle tue parti facce cadaveriche, il pallino fisso della carriera e il paterna di rispettare le promesse di "Figurella", o magari anche la giusta preoccupazione di "trovare un posto" per il proprio figlio. Ma per il proprio figlio. I figli degli altri "si arrangino" come mi sto "arrangiando" io!
 
Suscitami compassione per chi il pensiero ce l'ha di arredare squisitamente la casa ma si dimentica di "arredare" chi ci sta dentro, con tutte le "suppellettili" di attenzioni e di "contatti d'anima" che la fanno casa anziché gabbia dorata!
 
Suscitami compassione per quelli che si danno pensiero di "godersi" loro la vita, dimenticandosi di "vivere" davvero, dentro e intorno a sè.
 
Suscitami compassione per quei fratelli che si lanciano in ardite e riuscite imprese commerciali, cullati dal benessere o storditi dal successo ma falliscono clamorosamente l'impresa della felicità: sono assillati dal pensiero di "farsi un nome" senza conoscere il proprio vero nome, sconosciuti a se stessi!
 
Mi si secchi la lingua attaccata al palato prima che anch'io debba pronunziare le tragiche parole: "faccio questo e quest'altro, tanto per passarmi un po' il tempo!" Cosa ho di più prezioso del tempo per
 
costruirmi qui in terra l'abitazione del Cielo? Ricordami di come coloro che "ingannando" - come si dice - "il tempo", ingannano clamorosamente se stessi, cercando il tesoro prezioso della felicità all'indirizzo sbagliato della facilità.
 
Manda a me, Signore, una malattia, piuttosto che un figlio "buontempone". Anche se l'amerò comunque! Prenditi la mia salute ma salvagli l'anima!
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