Amore: nati per amare ed essere amati
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IGv 4,8...16: "Dio è Amore e chi sta nell'Amore sta in Dio".
Signore Gesù! Ciascuno
di noi sente dentro di essere nato per amare e per essere amato. Ma nello
stesso momento si sente in cuor
suo tanto fragile ed avvelenato, ed anche troppo spesso sente il suo cuore
ferito dalla presenza del suo
prossimo!
Sarà forse l'Amore sete
inestinguibile di un'acqua che non esiste?
Ma Tu, Signore, hai
detto: "A chi crede zampilleranno in cuore torrenti d'acqua viva!". E
sentiamo proprio in cuor nostro
che l'esperienza di Te, morto per Amore nostro, e resuscitato dall'alto
dall'Amore del Padre, genera in noi
e attorno a noi quella corrente d'Amore di cui Giovanni dirà: "Dio é Amore
e chi vive nell'Amore, Dio é in
lui!"
Concedi anzitutto,
Signore, l'esperienza dell' Amore tra i credenti in Te, tra i credenti
nell'Amore!
Donaci di sperimentare la "proprietà
transitiva" fra credenti in Te e nell Amore, come quando la scoperta di un
amico comune fa, di due estranei, due amici!
Donaci di sperimentare che la stessa passione
per Te e per il Tuo Regno ci stringe e ci abbraccia più del tifo per la stessa
squadra, più dell'origine dallo stesso paesello, più della militanza nello
stesso partito, e perfino più della comune parentela di sangue !
Donaci di sperimentare che l'abbraccio
dell'amico e l'abbraccio sponsale possono impallidire al confronto con
l'intimità di chi ha seriamente condiviso nella preghiera vera l' intimità con
Te, avvolti dallo stesso Spirito.
Grazie, Signore Gesù, per
il gusto dell'Amore gratuito, immagine del Tuo Amore: l'Amore che supera divisioni,
settarismi, giudizi, confronti, posandosi su chi certamente non ricambierà
Amore con Amore, su chi neppure si chinerà a raccogliere il mio Amore, su chi
mai saprà di essere stato amato e servito da me!
Grazie, Signore, per il dono più grande
dell'Amore per i Nemici, che dimentica il dolore della ferita ricevuta,
dimentica perfino il dolore per la ferita da altri inflitta a chi amiamo,
dimentica perfino il dolore per la ferita inflitta a quei Poveri e a quei
Sofferenti per i quali vogliamo vivere, ricordandosi soltanto
dell"'impossibile" speranza che l'oppressore del Bengodi
globalizzato, in cravatta e colletti bianchi scopra il gusto severo della gioia
più affascinante del gusto facile della vittoria.
Grazie, Signore, per il dono grande
dell'Amore appassionato per gli Ultimi, per i Sofferenti, per chi non é amato
da nessuno: insegnami la difficoltà ad amare chi desidera unirsi a me senza
unirsi a loro!
Grazie, Signore, per il
dono più grande delle persone che mi amano perché sperinientano nel nostro Amore
l'anticipo oggi del Tuo Amore per noi, trascinante a inaugurare qui in Terra
l'abbraccio universale del Cielo!