Evangelizzazione: Gesù lo vuole (a) - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Evangelizzazione: Gesù lo vuole (a)

E > Evangelizzazione
Lc 9,2: "Li mandò ad evangelizzare il Regno di Dio"
Ti farò pescatore di uomini: lo hai detto a Pietro, poi a tutti gli Apostoli, e poi a tutti, a me, a te, a tutti: "andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo, chi crederà ... salvo... condannato.
ME LA SPIEGHI UNA COSA, caro Signore, "perchè se il tuo Vangelo era così importante per essere salvati, perchè non ce lo hai scritto dentro a ciascuno di noi, come ci hai scritto la voglia di mangiare, bere, amare, dormire e tutto il resto?
Perchè hai affidato il tuo Vangelo a questi 4 gatti spelacchiato che siamo noi, mentre chi se ne ride di te ha giornali, televisioni, satelliti per farci venir voglia di fare tutta il contrario di quello che dici tu? "Piccolo mio" ti risponde il mio Signore "è una delle tante cose che non puoi capire. Te lo spiegherò di là. Però qualcosa te lo posso dire: se segui la strada della mia parola, che ho scritto nel cuore di tutti, arrivi alla fontana della gioia, in fondo al tuo cuore."
Si, questo è vero, Signore, ed è per questo che quando incontro la gente per strada, sull'autobus o sull'ascensore, lo sai che non mi accorgo neppure se è uomo o donna, giovane o vecchio, bene o mal vestito, ma mi viene subito in mente, in cuore, proprio quella domanda lì: "questo tale conoscerà la gioia ogni giorno oppure soltanto a momenti; magari quando era giovane e chissà quanti anni gli restano per imparare a vivere la gioia tutti i giorni?
Grazie Signore, quando appoggiandomi al tuo cuore, mi sento in pace, ma scoppia la guerra se mi vengono in mente tutti i miliardi di uomini che non conoscono il tuo nome, e, pensandoci, mi verrebbe da piangere!
"Piccolo mio, ti hanno detto che tutte le religioni portano a Dio, che ogni persona di buona volontà, appassionata del prossimo e della pace, anche quelli arrivano a Dio, allora cosa mi sarei fatto mettere in croce a fare?"
"Va, ti farò pescatore di uomini": lo dici a me, lo dici a tutti! Ma da chi dovrò cominciare Signore? Dovrò forse partire domani per la Cina ad annunziare il tuo nome col pericolo di marcire in una prigione come tanti ancora oggi?
Lascia perdere la Cina piccolo mio. Comincia da vicino e dai più piccoli, comincia dai così piccoli che non sono ancora nati, insegnando alle mamme in attesa a smettere di pensare soltanto alle ecografie, o se avrà tutte le dita o gli mancherà un orecchio: sono cose importanti, ma tu va a dirgli che anzitutto si mettano allo specchio, in ginocchio davanti al Tabernacolo di una vita immortale, più preziosa dell'Ostia Santa.
E poi corri a dire a questi bambini con la pancia piena di merendine, gli occhi inzuppati di play station e il cuore vuoto, che spengano tutto e fissino gli occhi, con riconoscenza e amore, negli occhi di papà e di mamma, senza paura di ricordargli che prima di 100 anni non li potranno fissare più, chiusi per sempre! E vallo a dire ai ragazzi alle ragazze, che appena il loro corpo fiorisce vanno a strappare o si strappano da sole i fiori dal giardino del loro corpo, giocattolo usato per il piacere, che la felicità abita da un'altra parte, ci si arriva per la strada del rispetto, fino alla casa dell'amore puro, profondo, eterno.
Vallo a dire ai giovani sposi che non vogliono un figlio prima di essersi riempiti di viaggi, di mangiate, e soprattutto di soldi correndo da una parte all'altra: diglielo che se non si sanno fermare per guardarsi negli occhi, per dirsi i sentimenti del cuore, per accogliere a tavola la sposa abbandonata, allora la loro famiglia diventerà un'azienda, pesante come il lavoro fino a invidiare i loro colleghi d'ufficio che della famiglia se ne sono liberati e vivono liberi come animali felici, di storiella in storiella, ne fanno collezioni prima di diventare vecchi!
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