Rosario: venerarlo - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Rosario: venerarlo

R
Sir 35,16: "La preghiera dell'umile penetra le nubi".
Fammi attento e rispettoso, Signore, verso la preghiera degli Umili. Incantami davanti alle mani rugose della vecchina che si attacca al Rosario come ad una cordata verso il cielo.
Fammi attento verso la tradizione dei Popoli, sparsi sui continenti, che innalzano verso un Dio che non conoscono l'appello, la preghiera, la lode con gli strumenti semplici ricevuti dai loro Anziani attraverso l'esperienza dei millenni.
Fammi attento e rispettoso verso le manifestazioni della devozione popolare, scoprendo sotto la crosta di folcloriche processioni e di pratiche rasentanti la superstizione, l'acqua pura e zampillante di un anelito all'Altissimo scritto nel cuore di ogni uomo.
Insegnami a mescolarmi con simpatia alla cosiddetta gente semplice, custode di quei tesori di bontà e di fede che le combriccole elitarie di certi "cristiani di seria A" sostituiscono con preghiere cerebrali o con trepidanti intimismi.
Concedimi tuttavia di osservare con esigente onestà se una pratica religiosa tradizionale, magari ripetitiva come il S. Rosario, potesse nascondermi un vuoto spirituale che si maschera di meccanici formalismi o di folcloriche manifestazioni, imbavagliando il Vangelo, impedendogli di domandare vera conversione alla mia vita.
Accendi, Signore, la fantasia del mio cuore: indirizza quella fantasia che adopero per ricordare e sognare i gesti di chi amo a saper ripercorrere le vie della tua Palestina e figurarmi di cuore i momenti della tua vita nascosta, della tua avventura crocifissa, della tua fioritura di Risorto.
Conducimi per mano verso quell'intimità contemplativa che fissa il pensiero del cuore nella intimità del tuo volto, utilizzando la ripetizione meccanica delle parole per sostegno alla durata del sentimento, come il rigo musicale sostiene le note.
Avvicinami sentimentalmente, Signore, alla misteriosa figura di Maria giovinettà, "ragazza-madre" che fissa attonita l'incantesimo del sentiero della salvezza che attraversa il giardino incontaminato del suo cuore, suscitandomi fantasie di lei nel ripetere il suo nome.
Insegnami la dolce pratica di dedicare ogni decina ad un'invocazione per le situazioni di bisogno che sento palpitare più vive nel mio cuore.
Suggeriscimi l'uso di questo originale "attrezzo" per custodire il mio sguardo fisso nei tuoi occhi mentre aspetto dal dentista, mentre guido l'auto, mentre sto per addormentarmi, così da colmare d'amore gli spazi vuoti della mia giornata.
Instillami una familiarità devota nel toccare una stessa corona del Rosario con la tenerezza delle mie dita parente della tenerezza con cui tocco le persone che amo.
Insegnami a scaldare teneramente quella corona del Rosario che metteranno altri nelle mie dita quando le mie mani ormai fredde non potranno più stringere nulla, passaporto certamente valido alla frontiera del tuo cielo!
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