Terzo mondo: dilata il mio cuore
T
Mc 16,15: "Andate in
tutto il mondo".
Dilata,
Signore, gli orizzonti della mia vita piccina, fatta di lavoro, famiglia,
poltrona e partita, facendomi di cuore cittadino del mondo.
Fammi attento
sul serio, di cuore e di portafoglio, a questo terzo Mondo che incontriamo per
le nostre strade: dal saluto al Marocchino al volontariato serio in una realtà
di accoglienza.
Rendi
incandescente la mia poltrona quando mi piazzo davanti a una TV dove quei
Poveri diventano animali da zoo, interessanti come giraffe.
Fammi
consapevole ma anche schierato e partecipe davanti ai drammatici squilibri
dell'immigrazione di queste invasioni di giovani nel nostro mondo vecchio e
sterile.
Insegnami il
gusto della geografia come incontro con un'altra stanza della mia casa:
suggeriscimi come "toccare con mano" le quotidiane apocalissi
dell'altra parte del mondo: vorrei conservarne in cuore una ferita impossibile
da rimarginare.
Signore: io
non sono partito missionario. Anzi, forse non ci ho neppure pensato a
domandarti se era la mia strada. Ma sono forse i missionari gente di plastica e
io diverso da loro?
Mi impegno a
credere con il cuore, con l'orologio e con il portafoglio che il mondo non si
divide in chi mangia e chi non mangia, ma in chi mangia e chi è mangiato da chi
mangia, cioè da me.
Rendimi
desideroso di un mondo più giusto a cominciare dalla mia percentuale mensile
fissa per 1' "altro mondo", data nelle mani di qualcuno che possa
afferrare e coinvolgere le mie mani.
Spalanca la mia preghiera dai pur gravi problemi personali al respiro
universale per un mondo più fraterno, alimentandomi al contatto epistolare ma
fedele con un piccolo frammento di quel grande mondo. Fammi desiderare
intensissimamente che ogni persona che amo condivida con me il palpito per
quest'altra parte di mondo che mi sta in cuore: altrimenti come farei a
continuare ad amarla?