Lavoro: perchè?
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Qo. "Il lavoro è l'occupazione che Dio ha dato agli uomini".
Grazie, Signore, perchè nella prima pagina della Bibbia ci parlasti di lavoro, non era punizione ma somiglianza con te: il Creatore creava dei creatori. Hai voluto lasciare l'opera d'arte universale incompleta, affidandone il compimento alle nostre mani. Ricordamelo spesso per trasformare il mio lavoro in una liturgia di lode a te!
Dopo il peccato volesti che lavorare fosse fatica e castigo. Ricorda al mio lavoro il valore di espiazione per il peccato mio e del mondo: lo renderò prezioso, unito alla redenzione pagata dal Crocifisso. E ci presentavi il lavoro come alternativo al riposo, Tu che hai voluto "riposarti" dopo la settimana lavorativa della creazione. Rendimi attento al mio lavoro, ma non suo schiavo, anche a prezzo della carriera. Innesta il riposo nel mio lavoro, per darmi tempo di sentirmi realizzato e non distrutto, neppure se mi consumassi per la mia famiglia: chi mi ama ha il diritto non di aver più cose ma me più intero! Troppe volte mi trovo coinvolto in un lavoro che crea ingiustizia. Resto disoccupato se non lavoro al pezzo indispensabile per una mina anti-uomo, vado in fallimento se non vinco la concorrenza con il "pizzo". Chiudo la fabbrica se non mando quelle lettere di licenziamento a distruggere le nostre famiglie, trasferendo il lavoro ai bambini operai: loro per una manciata di riso cuciono quelle migliaia di palloni con cui non giocheranno mai.
Dammi la forza, Signore, di non rassegnarmi mai a questo mondo che sempre più dilata la forbice fra chi mangia e chi è mangiato da noi che li mangiamo.
Insegnami a cancellare dalla memoria dei miei figli quella preghiera blasfema imposta all'asilo: "Benedici, Signore, il cibo che stiamo per prendere, e mandane a tutti i bambini poveri del mondo", trasformandola in "... e donaci la gioia di condividere il nostro con chi non ne ha!".
Anche davanti alla scelta del lavoro, insegnami a distinguere quando sono obbligato a qualunque lavoro per sopravvivere, da quando posso indirizzarmi verso lavori dove le mie doti possono diventare più direttamente servizio, e servizio all'Ultimo, senza puntare al solo 27 quand'anche scartando proposte più allettanti, potessi passare per "strano".
Insegnami a non domandare mai alla persona che incontro: "che lavoro fai?" prima di aver prudentemente chiesto se ha famiglia, come va in famiglia, come sta di salute, se è felice.... e magari, con un po' di coraggio, se spera nella vita eterna!