Violenza: con se stessi
V > Violenza
Ez 28,16: "Ti sei riempito di violenza e di peccati"
Voglio
verificare, Signore, con che animo osservo le notizie in TV o scorro gli
articoli del giornale quando incontro le pagine di violenza. Forse mi limito
soltanto allo sdegno, alla condanna e magari alla paura che domani potrei
esserne io la vittima.
Insegnami a
pensare, Signore, che il "Cattivo" è spesso prima una vittima che un
colpevole.
Fammi immaginare tutte le umiliazioni subite da piccolo, tutte le
zuffe a cui ha assistito in casa sua, tutti i sentimenti di abbandono che gli
sono andati incontro.
Fammi scoprire, Signore, le meschinità, le fragilità e le cattiverie del
mio cuore, quanto basta per
sospettare che
io sarei probabilmente come loro se avessi attraversato i crocicchi del loro
percorso a ostacoli.
Fammi sentire
abitato anch'io davvero oggi, di fatto, da quella belva della violenza che in
me riposa normalmente addormentata, mentre altri hanno avuto la nefasta
occasione di svegliarla: non è questione di "se" e di "ma",
perchè proprio già oggi viviamo tutti e due, a nostro modo, nella stessa
giungla.
Scoprimi io
stesso colpevole della violenza che dilaga, se sul lavoro o nella scala del
palazzo, ho usato io stesso sistemi ufficialmente corretti, ma violenti,
aggressivi, adulatori, squalificanti, ambigui, nella oscurità segreta del mio
cuore.
Signore, lo so che è impossibile, ma so anche che Tu mi inviti ad:amare il
malvivente, il mafioso, l'usuraio, l'approfittatore, non solo quando ne
intravvedo l'immagine in TV, ma perfino quando ne sono io la vittima.
Non voglio far
finta di non sentire io per primo imbarazzo e paura, oltre che giudizio e
disprezzo, davanti al malvivente. Ma insegnami Tu, Signore, come hai insegnato
ai Santi, ad entrare in simpatica amicizia con i briganti! Voglio credere che
si può rinnovare il miracolo di Francesco che crede nel lupo, così che il lupo
ama Francesco.
Insegna anche a me, come ai Santi, il gusto per la familiarità con le case,
con i quartieri, con la tavola dei malviventi, come Tu, Signore, abituato alla
mensa del tuo Cielo, ti sei assiso alla mensa di noi "poveri cristi".