Limbo: cos'è? - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Limbo: cos'è?

L
At. 20,13: "Gli Inferi resero i morti che tenevano prigionieri".
Lasciami incuriosire Signore su questa parola inventata dai teologi, che pur tuttavia trova solido fondamento nella primitiva formulazione del Credo Apostolico: "morì, fu sepolto e discese agli inferi". Tu ben capisci come non si tratti di una sciocca curiosità, ma come proprio in questa parola sia racchiusa la grande speranza per la salvezza universale di tutti i popoli, a cominciare da quel miliardo e mezzo di Cinesi, dei quali ci accorgiamo soltanto adesso quando sconvolgono, con il loro lavoro da affamati, le pacifiche e finora vantaggiose transazioni commerciali.
Tu ben capisci quanto possa turbarci la tua esaltante e pur terribile frasi: "chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue non avrà la vita eterna!".
Ma come può mangiarti e berti la stragrande maggioranza degli uomini che vissero e vivranno senza mai conoscere la tua sconcertante eredità eucaristica, se neppure conoscono il tuo nome?
E come potranno mangiarti e berti tutti i nostri del mondo occidentale per i quali la pressione di conformità del Sistema ha reso il rito eucaristico tanto simile ad un arcaico rito stregonico?
Fu forse inventata questa parola "Limbo" da quei teologi che credevano ormai tutto il mondo allora conosciuto pervaso dal Cristianesimo, così che solo per i bambini morti senza battesimo si ponesse il problema della salvezza?
Ma il Primo discorso di Pietro ben chiarisce che tu, il Cristo, non fosti abbandonato negli Inferi (At. 2,31) e la prima tradizione apostolica del Credo bene aggiunge che non ci andasti, dopo la tua morte, a fare una passeggiata, ma a "liberare" tutti i giusti, d'Israele prima e della Storia poi, che avevano vissuto credendo quello che Paolo stabilisce essenziale alla salvezza: credere che Dio c'è e che è giustiziere.
E quì ci corre incontro l'affannosa domanda sulla salvezza universale, ricordando le imprudenti parole di Papini secondo il quale l'inferno c'è ma è vuoto, perchè anche un solo dannato per sempre segnerebbe una imperdonabile sconfitta del tuo Amore Onnipotente, capace di convertire Hitler e Napoleone in punto di morte.
Eppure l'enciclica del Papa (Dominus Jesus) ribadisce che ogni religione può contenere qualche valore ma solo attraverso di Te, direttamente o indirettamente, si ottiene salvezza. Altrimenti Tu saresti soltanto uno dei tanti!
Lasciami fantasticare su "chi" eri tu, Gesù, che scendevi agli inferi, se ormai il tuo corpo era cadavere. Eri Gesù o solo Dio? E cosa pensare di quei teologi che fanno cronologicamente coincidere la tua morte, la tua resurrezione e la tua ascensione al cielo, lasciando a noi mortali l'illusione di una successione temporale?
E poi come pensare ad "un posto" in cui si erano radunate le "anime" dei giusti, se le anime non hanno corpo e perciò neppure domicilio, pensiero così legato al mondo greco che vedeva l'anima nel carcere del corpo?
Signore Gesù solo questo ti domando: come farai a decidere del tempo d'un battere di ciglio, come è definita la vita nella Bibbia, la sorte infinita, eterna, per sempre? Come farai tu Gesù, e Dio stesso, a vivere felici se una sola delle vostre creature soffrirà eternamente?
Ti ripeto, Signore, la frase del centurione: "io credo Signore, ma tu aumenta la mia fede, fino al giorno che vedrò!".
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