Spontaneità: e libertinaggio
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Mt 12,1-8: "Il Figlio dell'Uomo è Signore del sabato".
Insegnami
Gesù, a discernere in questo Dio ordinatore che poneva il limite all'abisso
delle acque e disegnava immutabili le orbite degli astri la sovrana libertà
dell'Amore: "ama e fa quello che vuoi. Ma ama davvero!"
Scampami dal
pericolo di combattere il formalismo legalista con lo spontaneismo qualunquista
del "come ti viene - come ti senti", "liberi tutti".
Insegnami la
differenza tra la facile spontaneità della belva e la faticosa autenticità
della persona che spende tutta la vita a lentamente partorire l'uomo, la donna
che Dio ci ha concepito in cuore!
Insegnami a
distinguere nella giungla del mio cuore le tante erbacce rigogliose e veloci
dalle poche faticose piante da frutto, da coltivare con cura e potare con
coraggio!
Difendimi dal
fascino facile del sorriso e del cipiglio di "quelli che fanno tutto
quello che vogliono" facendomi intravvedere alle loro spalle il
clandestino tiranno del piacere.
Ma liberami
parimenti dall'incubo della legge quando intravvedo nell'obbedienza assillante
alle norme l'unica strada per guardarmi alla sera soddisfatto allo specchio
della mia coscienza.
Insegnami la
familiarità con i Santi, che hanno trovato la pace proprio nello scrupolo assillante
di obbedire sempre più alle ispirazioni sempre più audaci del Tuo Spirito.
"Vedi,
piccolo" ti dice il tuo Signore, è la Legge che conta, la Legge e non le
leggi: le leggi devono giustamente comandare ai tuoi passi, al tuo portafoglio,
al tuo commercio internazionale.
Ma le leggi
non possono comandare al tuo cuore! Hai mai visto un codice civile comandare
l'Amore? Alla fine dei conti le leggi, che pure ci vogliono, devono comandare
la "facciata", devono salvaguardare "l'ordine delle cose"!
Ma io sono per l'ordine dei cuori!
Tu mi dici:
Ascolta figlio, tutte le leggi, coagulo certamente della saggezza dei secoli.
Ascolta le leggi della mia Chiesa, che tentano di custodire e talora
inscatolare lo Spirito!
Ascolta tutte
le leggi, ma poi, alla fine, ascolta la mia voce dentro la tua retta coscienza,
tanto più libera ma tanto più esigente di tutte le leggi!
Allora vivrai
libero; libero davvero: non schiavo della belva che ti abita dentro, nè schiavo
dell'immagine che ti impongono fuori!
Allora
sentirai che l'ordine non ti scende addosso come una divisa, ma ti fiorisce dal
di dentro come un fiore! Ne vivrai profumata la vita tua: ne profumerai di
libertà l'altrui: quel fiore l'ho seminato Io, il Tuo Signore, nel tuo cuore!