Morte: come? - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Morte: come?

M > Morte
2COR.4,16: "Il nostro uomo esteriore si va disfacendo".
Non voglio distrarre lo sguardo Signore, dal pericolo sempre più oggi probabile di una vecchiaia prolungata e perciò infragilita: non voglio fare come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. Non voglio guardare gli Anziani ammalati di oggi come se fosse una realtà che riguarda soltanto gli altri, pensando a star bene io finchè sto bene io!
Non voglio lasciarmi andare a desiderare di morire un momento prima di quando comincerò a stare stabilmente male, neppure accampando la scusa di non voler essere di peso agli altri.
Non voglio desiderare la morte improvvisa per me e per chi amo, nè la morte violenta, nè la morte nel sonno, per poter vivere e celebrare con consapevolezza questo della morte, che è il momento più importante della vita.
Non voglio nè ingannare nè essere ingannato sulle effettive condizioni fisiche della malattia, nè mia nè altrui, con l'ingannevole sentimento di una compassione che non vorrebbe far soffrire.
Insegnami, Signore, ad instillare nell'Anziano il gusto vivace per quel mondo di domani che lui non abiterà più: così si renderà più vivibile il suo mondo di oggi, in mezzo ai più giovani.
Insegnami a dare un'importanza soltanto relativa alle età, visto che dieci o cent'anni fanno così poca differenza rispetto ai millenni di anni luce che vivremo insieme nell'eternità.
Insegnaci a pregare insieme all'Anziano, per sperimentare fin d'oggi, attraverso il superamento delle differenze di tempo, una gustosa briciola di eternità.
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