Immortalità: corporea - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Immortalità: corporea

I > Immortalità
1Cor 9,27: "Io tratto duramente il mio corpo e cerco di dominarlo...."
Liberami, Signore, dal pensiero che questo mio corpo costituisca un congenito tranello: gioioso, forte, bello, sano per i primi anni della nostra vita e poi una lunga serie di guai, di malattie, specialmente oggi che la vita, e perciò la sofferenza, sono più prolungate!
Liberami, Signore, dall'antica tentazione di considerare il corpo come la prigione dell'anima, secondo il detto dei primi filosofi e di certi cristiani. Nel corpo avrebbero infatti radice i sette vizi capitali ricordati recentemente da Papa Benedetto nel "compendio della fede cattolica": superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, pigrizia.
Liberami parimenti dalla concezione corrente secondo cui la persona è il proprio corpo, fatto per vivere libero da ogni legge, cavalcando baldanzoso la belva dell'istinto, all'inseguimento dell'avere e del piacere.
Ti ringraziamo, Signore, perchè, a differenza di tutte le antiche religioni e delle moderne ideologie, Tu ci hai rivelato che il nostro corpo, misteriosamente unito al Tuo nel "Corpo Mistico", è destinato a seguirti nella logica pasquale di morte e resurrezione.
Insegnaci a guardare con simpatia, fino alla venerazione, il nostro corpo, giovane o avvizzito, sano o malato, affascinante o qualunque, appena concepito, appena partorito, o esalante l'ultimo respiro, sportivo o disabile, mentalmente lucido o comatoso, ricordando il detto dantesco del bruco destinato, chissà come, a volare.
Ma aiutami altresì a ricordare che qualunque bambino dichiarato sanissimo al momento del parto, è tuttavia nato malato nell'anima, portatrice di quel male oscuro chiamato "peccato originale" che ci permette di vedere il bene e compiere il male.
Fammi perciò discepolo di quella "mortificazione corporale" che fu comune a tutti i Santi, dal cilicio fino al semplice, prezioso "fioretto", per cui ci alleniamo a rinunziare oggi anche ad un bene per essere pronti domani a respingere un male. Già l'Apostolo Paolo invitava gli sposi ad astenersi consensualmente dal loro abbraccio per dedicare quel tempo alla preghiera (1Cor 7,5).
1Cor 18 "fuggite l'immoralità.... dovete sapere che voi stessi siete il tempio dello Spirito Santo ... voi non appartenete più a voi stessi, perchè Dio vi ha fatti suoi, riscattandovi a caro prezzo: rendete quindi gloria a Dio col vostro stesso corpo": solo in cielo, trasformato il nostro corpo a immagine di quello del Risorto "corpo e anima" si scopriranno capaci di un abbraccio universale.
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