Resurrezione: solo attraverso la morte! - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Resurrezione: solo attraverso la morte!

R > Resurrezione
Gv 10,17: "Io offro la mia vita per poi riprenderla".
La Resurrezione di Gesù:
1) Un fatto indispensabile.
Prima di esaminare se sia avvenuta la Resurrezione di Gesù e come e cosa cambi per la nostra vita
rileviamo che ce ne era proprio bisogno.
A) Anzi tutto esiste nell'uomo una ribellione esistenziale alla morte come unica vera certezza della vita umana, animale, cosmica: la vita non vuole morire. L'istinto di conservazione è il più forte dei nostri istinti.
B) Poi esiste nel cuore umano una insopprimibile ribellione a quella "morte da vivi" che il catechismo chiama "peccato": avvertiamo distintamente che la nostra intima fragilità morale è fatta per essere definitivamente superata.
C) Ma l'esperienza del fallimento personale si inserisce nella più angosciante percezione dello scacco collettivo. Le civiltà sorgono e scompaiono. E il male del "sistema" sopravvive alla bontà e alla santità dei singoli. Così l'esperienza rimanda continuamente a una liberazione collettiva e radicale dal male non solo ma dalla morte dell'Umanità. L'ipotesi oggi possibile di un genocidio/suicidio della Umanità intera giganteggia.
Davanti a questi tre appelli si pone la Resurrezione di Gesù come risposta sia personale che cosmica.
2) I problemi del testo biblico.
I dati cronologici circa la Resurrezione di Gesù sono effettivamente i più imprecisi e apparentemente contraddittori tra i dati cronologici dei quattro Vangeli.
Per esempio i Sinottici parlano di una sepoltura affrettata al sabato, Giovanni parla di una sepoltura accurata e aromatizzata la sera del venerdì. I primi parlano di bende, Giovanni di lenzuola.
Poi Giovanni parla della Maddalena, Matteo aggiunge Maria di Giacomo, Marco aggiunge Salome, Luca parla di "molte donne".
Matteo parla di un angelo, Luca di due uomini, Marco di un giovane, Giovanni di due angeli.
Marco dice che le donne scappano e non parlano con nessuno; Matteo dice che corrono invece ad annunziare il fatto.
Matteo e Marco parlano della Galilea come luogo del primo incontro con i discepoli, Giovanni e Luca pongono l'incontro a Gerusalemme.
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