Globalizzazione: (Gv6) da vivere anzitutto nel cuore
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Gv 6,51: "Il Pane
che io darò è la mia carne per la vita del mondo"
Fammi capace,
Signore, di non vivere il "forestiero al mio cuore" come aggressore
ma come tuo dono nuovo, garanzia di perenne giovinezza al mio cuore.
Donami la
gioia dell'amicizia con un emigrato tuo dono, sempre nuovo, per chi cerca te
che sei Novità senza fine.
Grazie
Signore, per il gusto nuovo dei viaggi. Grazie perchè ci spalanchi gli occhi
davanti alle affascinanti meraviglie di quelle terre e di quei mari ancora
incontaminati dalle storie del nostro progresso, ma non permettere che i nostri
occhi si fermino alle cose. Spingi il nostro sguardo a incontrare gli occhi di
quelle popolazioni che sanno pur sorridere nella loro disperazione.
Ricordaci che
il popolo che incontriamo in quella parte del mondo è minacciato dalla peste
nera dell'AIDS che stermina le popolazioni in giovanissima età. Attiva le
nostre forze per collaborare con tutti coloro che vorrebbero fornire a questi
popoli giovani in via di estinzione le costosissime terapie che da noi non
vengono oggi, grazie a Dio, offerte dal servizio sanitario nazionale.
Liberaci dalla
sventura del turismo sessuale che fornisce la preda insieme al biglietto del
viaggio, per strappare così non solo il pane di bocca ma anche la dignità dal
cuore di quei Popoli mendicanti alla mensa del nostro benessere.
Ma liberaci,
Signore, soprattutto, dalla sventurata possibilità di ritornare da questi
viaggi "all'altro mondo" vivendo poi nel nostro mondo esattamente
come eravamo prima di esseré partiti.
Possano quei
volti, quegli occhi, ed anche quei panorami, invitarci a rivoluzionare il
nostro tempo libero, il nostro sistema commerciale, il nostro portafoglio e
soprattutto il nostro cuore.