Predestinazione: noi siamo liberi. Ma Lui sa già cosa sceglieremo - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Predestinazione: noi siamo liberi. Ma Lui sa già cosa sceglieremo

P
Lc 10,20: "I vostri nomi sono scritti nei cieli".
Permettimi, Signore, di "perdere un po' di tempo" a trastullarmi su quel tema che queste parole spudoratamente mi suggeriscono: "ma se ero scelto come ero libero?".
Dolorosamente ricordami come proprio da questo trastullo, e pur indecifrabile enigma, presero spunto gli uomini del Papa e i Principi tedeschi per dividersi le tasse delle diverse regioni createsi dopo lo scisma protestante.
Davanti a questo enigma impossibile della predestinazione piega Tu fino a terra le ginocchia di chi ti prende sul serio, annientandosi davanti al mistero tanto più grande di noi!
Dové il mio merito se Dio mi ha predestinato? E cosa vuol dire l'agostiniana affermazione di una salvezza "prima della divina prescienza dei nostri meriti?". Cosa vorrà dire che la tua "grazia" è data appunto del tutto gratis e noi non possiamo propriamente meritare il Paradiso.
Come posso credere che il posto dove sono nato, la famiglia in cui sono cresciuto, l'ambiente che mi ha plasmato, l'epoca storica in cui sono vissuto, le circostanze che hanno intersecato la mia vita la conformazione fisica e psichica della mia persona, l'essere maschio o femmina, le persone cui mi sono legato... come tutto questo non ha già scritto nelle stelle una traiettoria prevedibile e irremovibile come quella di un sasso gettato nello stagno della mia vita?
Non poteva la tua onnipotenza destinarci tutti a liberamente scegliere la via del Paradiso anziché il precipizio dell'inferno?
Grazie, Signore, per la buona compagnia in cui mi trovo: in compagnia di Maria Santissima alla quale secondo i Santi Padri, la spada della perplessità aveva trapassato l'anima (Lc 2,35). In compagnia di Maria ancora quando, ritrovato il Figlio nel tempio, "essi non capivano" (Lc 3,50).
Mettimi davvero in compagnia di Maria Santissima che accanto alla croce restò dritta in piedi chissà cosa pensando, lei che aveva saputo conservare in cuore (Lc 2,19) tutto quello che non aveva lucidamente capito.
Dammi, Signore, l'impazienza del Cielo, dove poter trovare risposta dissetando finalmente il mio cuore, riarso qui in terra da domande impossibili.
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