Lavoro: come? - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Lavoro: come?

L > Lavoro
Sir. 7,15: "Non disprezzare il lavoro faticoso".
Grazie Signore, per il mio lavoro, se e fino a quando ce l'ho. Ma grazie più ancora per la passione che mi metti in cuore per lo sterminato mondo dei disoccupati, qui vicino a me, e dall'altra parte del mondo. Disoccupazione spesso creata dal mio benessere privato, mentre oso "recitare": Padre nostro!
Anche il lavoro è un campo da arare per il Tuo Regno. Insegnami a superare tensioni, conflittualità, spiate, interessi, concorrenze per rendere per quanto posso il mio ambiente di lavoro almeno un pezzetto di Purgatorio, se non di Cielo: fammi persona di pace in questo mondo lavorativó di guerre.
Non rubare a un lavoratore la stima di chi sceglie per vocazione di "non far niente": il contemplativo! Troppo utile il suo ricordami che non siamo nati per faticare in terra ma per gioire in cielo, soprattutto insieme a chi di gioire in terra non ne ha mai avuto motivo.
Scampaci, Signore, da una cosiddetta società del lavoro, che ci dà tutto tranne l'essenziale: la gratuità, l'ascolto, la tenerezza, il sogno, la comunione, la pace.... e l'Amore! Insegnaci a vivere come pacifisti ribelli in questo mondo del lavoro suicida!
Custodisci soprattutto i lavoratori del pensiero e dell'immagine. Sono oggi essi i nuovi onnipotenti, i nuovi super educatori delle nuove generazioni, davanti ai quali scompare perfino la famiglia. Rendili consapevoli del loro indirizzare il "popolo degli obbedienti" versi il Cielo o verso l'Inferno: inconsapevoli di quà, chiarissimi di là.
Rendimi capace di lottare per una equiparazione retributiva a livello aziendale prima, nazionale poi, e planetario, pur nella chiarissima coscienza che la giustizia svuoterà il mio conto in banca, ma colmerà il mio cuore!
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