Mortificazione: frutto dello Spirito
M > Mortificazione
						Rom.8,9: "Con l'aiuto dello Spirito mortificate le opere della
						carne".
Che parola strana, rara,
						e perfino apparentemente ridicola questa che ci offre oggi il tuo Paolo far
						morire, cioè "mortificazione"! Chi trova il coraggio di pronunziarla
						ancora dopo secoli in cui, effettivamente, assieme alla pratica cristiana e
						lucida della mortificazione, si erano mescolati, al dire degli storici,
						tenebrosi istinti di masochismo, disprezzo del corpo e volontà di potere da
						parte delle autorità: "flagellatevi voi stessi, così sarete già abituati
						alle mie vessazioni!".
Eppure è una
						parola che ricorre spesso nel tuo Vangelo e ancor più spesso sulle labbra dei
						veri Santi. Donaci, Signore, sguardo sereno verso le esigenze del nostro corpo,
						insegnandoci tuttavia a non diventarne schiavi docili e obbedienti come
						l'andazzo comune ci impone.
Insegnaci a mangiare per il gusto di
						condividere, a bere esultando perchè accanto alla sete esiste l'acqua che
						disseta, a dormire per poter servire, ad andare in bagno cogliendo serenamente
						il nostro limite, ad abbracciare per consegnarsi più che per afferrare, a
						curare la nostra pulizia e decoro per un senso di ordine interiore più che per
						l'immagine.
Ma insegnaci altresì il gusto della fatica per amore: il gusto di una camminata
						in montagna, il gusto di una posizione a schiena eretta nel sederci, il gusto
						del lavoro fisico, il gusto della rudezza nel mio abbigliamento.
Insegnami
						financo a mortificare questo mio corpo per renderlo docile e pacificato
						strumento del mio spirito: nel digiuno volontario, nella moderazione del riscaldamento,
						nel risveglio mattutino,
nell'astinenza temporanea dagli abbracci, nella povertà del mio cibo,
						condiviso con il Povero.
Dammi sguardo
						terrorizzato, compassionevole ed orante verso queste nuove generazioni senza
						midollo spinale, accasciate sulla poltrona, succhiatori di innumerevoli golose
						sciocchezze, travolti dalla libidine sessuale, ingordi di ogni comodità, sordi
						alla folla innumerevole dei Poveri che bussa silenziosa alla nostra porta.
Equilibra in me stesso la
						lotta feroce e fedele alle mie debolezze della pigrizia, della gola,
						dell'ambizione, del sesso
						selvaggio, del potere, del denaro, del possesso 
						insieme alla pacata certezza che io non basto a  lottare contro me stesso, se il tuo Spirito, Signore, che alita in me non farà
						morire dal di dentro "le opere della carne" per farmi vivere figlio
						di Dio.