Candore: corporeo - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Candore: corporeo

C
2Cor 30,18-19: "il candore del cuore vale più d'ogni tesoro".
Modella, Signore, il mio corpo, che sappia esprimere nei gesti, nello sguardo, nelle parole, i sentimenti più belli, più affettuosi, più armoniosi del mio cuore!
Risana Tu il mio corpo e i miei sensi di uomo, così che mai vogliano vivere gesti di voluttuosa aggressione, di compiaciuto possesso, di strumentale compiacimento del corpo dell'altro, quand'anche l'altra volentieri rinunziasse alla propria personale dignità.
Risana Tu il mio corpo e i miei sensi di donna, così che mai vogliano vivere gesti di compiaciuta seduzione, di vanitoso esporsi, di ambiziosa passerella per le strade della vita, scambiando l'essere desiderata per l'essere amata.
Risana Tu il mio corpo e i miei sensi di uomo e di donna, così che superino la facile scorciatoia di un compiacimento solitario, che mi racchiude nel mio sesso anzichè spalancarmi attento ed oblativo verso l'altra metà dell'universo.
Concedimi la gioia di essere amato da chi mi abbraccia il corpo visitandomi il santuario dell'anima. Insegnami il gusto raffinato di incontri e di abbracci che dicano l'uno all'altro, all'altra, l'esultanza di incontri di volta in volta più profondi.
Attrezzami per misurare in un abbraccio del corpo la fino ad ieri sconosciuta esultanza di sempre più trasparente comunione dal profondo del mio cuore al profondo del suo cuore.
Rendimi insaziabile di muti contatti corporei capaci di dire sentimenti troppo grandi e profondi, e raffinati, per essere condivisi a parole.
Incantami di abbracci con persone che mi abbracciano nella speranza di abbracciare con me tutti i non abbracciati della Storia!
Fammi attento al mio corpo, nella salute e nella bellezza, avvertendolo sempre più come prezioso e fragile involucro al santuario della Tua divina presenza che lo abita.
Fammi felice di abbracci con chi riconosce il nostro abbraccio custodito dall'abbraccio dello stesso Signore, che ci regala l'uno, all'altra, agli altri!
Il candore di chi si lascia fissare negli occhi senza veli, e ci puoi leggere serenamente dentro nel suo cuore come un libro aperto.
Il candore di uno sguardo che carezza attento e delicato le situazioni che incontra, per raccogliere tutti i fiorellini del tuo giardino ignorando ogni spina.

Il candore di una ragazza non bellissima che ha saputo diventare affascinante per la luminosità del suo sguardo, per la tenerezza del suo sorriso,per la bontà del suo cuore, per l'intuizione penetrante, per la costante misericordia del suo giudizio, per l'incoraggiamento che promana dai suoi gesti.
Il candore di chi crede alla favola di un mondo più bello anche se ha spalancato gli occhi, davanti agli orrori della guerra, davanti ai bambini lavoratori, davanti alle ragazze infibulate, e perfino davanti alla vigliaccheria del proprio cuore: eppure si lascia incantare da proposte audaci di generosità che lo fanno marziano nella compagnia.
Il candore di una ragazza proprio ben fatta fuori ma altrettanto ben fatta dentro per la ricchezza del suo mondo interiore, da renderti alla prima curioso del suo mondo nascosto più che attratto dall'esplorazione delle sue misure.
Il candore di chi si sente estraneo e ribelle in un ambiente affascinantemente variopinto, luccicante, ma formale, superficiale, godereccio, lussuoso, telegenico, artificiale, là dove la sofferenza e i Sofferenti ci crescono proprio.
Il candore di una persona così affascinata della vita, così vulnerabile dal dolore degli altri, così
infiammabile da ogni proposta di fare del bene, al punto da varcare la muraglia delle mie pigrizie fino ad incendiare anche la legna verde del mio cuore ripiegato nella mia vita piccina, che preferisce facilità a felicità..
Il candore di un ragazzo che mi ha fatto sentire così evidente la differenza fra quando un altro ragazzo mi toccava superficialmente il seno e lui invece, carezzandomi proprio lì, mi faceva sentire in tutta chiarezza che stava bussando alla porta nascosta del mio cuore.
Il candore di chi non conosce doppiezza: la sincerità gli è istintiva. Si esprime in parole, atteggiamenti, in piena trasparenza davanti agli altri, come si sente guardato, dallo sguardo penetrante e pur misericordioso, del Signore.
Il candore, di una bella donna senza la difesa dei vestiti, ma capace di porgersi in tanta naturalezza, in così intenso rapporto di persona a persona, in uno sguardo così amorevole e penetrante, da indurmi a sognare affascinato di indovinare il suo ricco mondo interiore molto prima che esplorarne il profilo accattivante.
Il candore di quell'abbraccio così intenso, nella coppia o nell'amicizia, dove intuivo l'altro/a che non tendeva le braccia per possedermi ma si porgeva in tutto se stesso/stessa per donarsi.
Il candore di una coppia di innamorati davvero, capaci di condividere gli stessi sogni, capaci di riconoscere nell'altro non una conquista propria ma un dono del Signore. Se me li immagino nel gesto di un dono completo il mio sguardo non si sporca ma si illumina. Così quando li incontro vorrei ringraziarli per i sogni belli e limpidi che hanno saputo farmi sognare.
Il candore di chi mette tutto il suo impegno di adulto per arrivare alla fiducia e all'abbandono come un evangelico fanciullo.
Il candore della ragazza e del ragazzo che non conosce il fascino della seduzione: si accorge di essere ammirato/a nel suo corpo solo da chi prima desidera bussare alla porta del suo cuore.
Il candore di chi sente il desiderio di vivere incontri dalla profondità del proprio cuore alla profondità del cuore dell'altro, dell'altra, in serena spogliatezza dei loro cuori.
Il candore di chi ha occhi luminosi e penetranti per inginocchiarsi davanti al corpo proprio e dell'altro, dell'altra, giovanile e affascinante, come pure ferito dagli anni, guardandolo come pur sempre prezioso involucro della scintilla d'anima immortale che "contiene".
Il candore di chi sa appassionatamente abbracciare l'altro, l'altra, nella coppia come nell'amicizia, sperimentando talvolta che l'abbraccio del Signore custodisce l'abbraccio di chi Lui ha permesso s'incontrassero.
Il candore di chi istintivamente riesce a pensare solo bene degli altri, fino a sfiorare senza scivolare oltre il confine sdrucciolevole dell'ingenuità.
Il candore di chi sa impegnarsi realmente nella lotta sociale ma non si ferma a dare la casa agli sfrattati: sente il bisogno di educarli a coltivare i fiori sul davanzale.
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