Ambizione: inesorabile schiavitù
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Mt 20,20: "Dì che
questi miei figli siedano uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra nel
tuo Regno"
L'ambizione, questo fantasma invisibile che vorrebbe impadronirsi di tutti
i miei gesti visibili e perfino del tesoro invisibile del mio cuore!
Intravvedo il fantasma dell'ambizione appena incontro un amico e vorrei
subito fare bella figura davanti a lui raccontando le affascinanti giornate
delle mie vacanze, ma il fantasma si dilata a dismisura, tragicamente feroce,
quando uno Stato pretende di essere governatore del mondo e gli altri suoi
burattini. Liberami, Signore, dal bisogno di essere, nel mio piccolo mondo,
sempre in evidenza, perché questo bisogno mi ruba la pace del cuore.
Liberami, Signore, dal bisogno di essere sempre qualcuno un po' più di
qualcun altro, perché di questo passo cospargo la mia strada con i cadaveri
della stima degli altri.
Liberami, Signore, dalla paura che qualcuno, nel mio
piccolo mondo, sul lavoro, in famiglia, nello sport, mi passi davanti: così
vivrei sempre nell'ansia costante di essere messo in ombra da un'altro!
Liberami, Signore, dal ponili traguardi esteriori sempre più esigenti: più
avanti in carriera, più avanti nella forma fisica, più avanti nel confort della
mia casa, più avanti nella riuscita dei figli, più avanti in gare di stima e
simpatia intorno a me. I traguardi esteriori mi nascondono i traguardi che
contano, quelli dentro: crescere in generosità, crescere nell'accoglienza dei
non accolti, crescere nella profondità dei sentimenti, crescere, soprattutto,
nella fede in Te, nell'intimità con Te, nell'attesa di Te!
Liberami, Signore, dalla solitudine e dal deserto che il diserbante
dell'ambizione crea intorno a me quando gli altri non sono anzitutto probabili
amici ma anzitutto sicuri concorrenti.
Liberami, Signore, dal fascino ansimante dei primi, dei belli, dei
vincenti, dei famosi, dei ricchi, degli applauditi, dei sempre giovani, dei
gaudenti, degli spensierati, dei potenti: sono scatole luccicanti, ma spesso
vuote e talora grondanti lacrime e sangue degli altri.
Liberami, Signore, dall'incantesimo di quanti, per
essere sempre più ammirati hanno sempre più rinunziato ad essere amati, sempre
più rinunziato a rapporti di cuore dietro le maschere scintillanti. Liberami,
Signore, dalla sventura di mettere sul piedistallo la statua dell'io,
cancellando, dentro e fuori, la memoria di Dio!
Insospettiscimi, Signore, dell'ampio fiore del girasole, che passa la
giornata a girarsi per farsi bello davanti a quella palla di fuoco, ma non
conosce lo squisito profumo della violetta nascosta nel prato. Inginocchiami,
Signore, davanti alla pazzia d'amore dell'Onnipotente, nascosto dentro un corpo
bisognoso di pane e d'amore, e poi crocifisso.
Incantami della simpatia e dell'incontro che traboccano dal cuore di quelli
che ricordo desiderosi soprattutto di essere dimenticati.
Incantami di quelle stelle che, più la notte è
scura, più brillano vivaci nel cielo dei cuori!