Strappi: eroici per amore
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Lc 14,33: "Chiunque non rinunzia a tutti
i suoi averi..."
Caro mio
Signore! Non è proprio facile capirti, a partire dalla prima frase di questo
Vangelo in cui chiami Matteo, e quello, come una marionetta, pianta tutto e
viene!
D'accordo che
il racconto abbrevia e non saranno andate poi proprio così le cose, ma resta il
fatto che per un verso Tu inviti a pazientare per non strappare il grano con la
gramigna e poi, da Abramo in avanti, fino ad oggi, domandi degli strappi.
Normalmente
pensiamo al missionario che strappa il filo del televisore e sbarca nell'isola
deserta in mezzo ai selvaggi, ma i tuoi strappi non sono legati nè al celibato
esclusivamente, nè a situazioni eccezionali esclusivamente.
Ti ringrazio,
Signore, perchè mi hai concesso di incontrare persone cosiddette
"normali" capaci di crescere lentamente ma saldamente nella fede.
Ti ringrazio
parimenti, Signore, perchè nel piccolo come nel grande, mi hai permesso di
"assistere" a strappi come quello di Matteo nel quotidiano della mia
vita.
Ricordo chi,
per un voto, il voto che il figlio ritornasse alla Chiesa, aveva promesso alla
Madonna di smettere di fumare i suoi due pacchetti al giorno. E ha strappato da
un giorno all'altro.
Ricordo quella
confessione iniziata come una confessione qualunque, poi un mare di lacrime, e
poi lei aveva deciso di perdonare, cioè di amare, la rivale che aveva tentato
di strapparle il marito. E ha strappato da un giorno all'altro.
Ricordo un
carissimo ragazzo, plurilaureato ingegnere, porgere l'ultima laurea al padre
insieme al biglietto di ammissione al Seminario: lampi e saette, ma ha
strappato da un giorno all'altro.
Ricordo un
padre di famiglia, credente, sposo innamorato e padre esemplare,
professionalmente riuscito. Una tosse, una strana tosse. Un malanno: figlioli
cari. Dio solo sa cosa vuole da me, ma l'importante è che ora tutti qui insieme
ripetiamo con il santo Giobbe "Dio ha dato, Dio, forse, ha tolto,
benedetto sempre il nome del Signore!". Era uno strappo da un momento
all'altro.
Ricordo quell'infermiera
del Gaslini che si era trovata davanti a un bambino appena nato, scompaginato
come un puzzle. La mamma l'abbandonava. Lei girava i collegi per depositarlo.
Ma non c'era posto da nessuna parte. Ci pensò un momento: "c'è posto in
casa mia. Per sempre. Lo adotto." Oggi è campione di hockey su rotelle.
Aveva strappato da un giorno all'altro.
Signore, io
non so se vuoi farmi crescere come il grano della parabola o farmi cadere da
cavallo come Saulo. Grazie, comunque, perchè, attorno a noi, a ben aprire gli
occhi, gli strappi nel Tuo nome non finiscono mai!