Tempo: da non perdere "Dio visita il suo popolo"
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Lc 7,16: "Dio visita
il suo popolo".
Fammi guardare
l'orologio ricordandomi che il registro del traffico della mia vita marcherà
per sempre quel metrò o quel pendolino perso, e Tu Signore, in punto di morte,
presenterai il conto delle occasioni perdute. Ma allora sarà troppo
tardi!"
Insegnami,
Signore, a non perdere treni, a non perdere neppure un quarto d'ora della mia
vita, a non lasciarmi avvelenare dalla sventura dell'indolenza, dal sonno
prolungato alla lentezza nello studio, all'attesa vuota ed ébete del bus o dal
dentista, fino alla frase mortale: "mi passo un po' il tempo!" Fa di
me una civetta, l'animale biblico che dorme a occhi aperti, in questo mondo di
sonnacchiosi intorpiditi che camminano strisciando le scarpe per terra!
Insegnami,
tuttavia, Signore, non solo a non perdere i treni, ma anche a non correre
frenetico dietro ai treni sbagliati.
Scampami dal
dovermi un giorno accorgere che i treni velocissimi della mia vita frenetica
erano spinti dalla smania lavorativa, dell'ansia di pulire sul pulito, dall'impazienza
davanti al rosso del semaforo, della bramosia rampante in carriera: correvano
sì, ma verso stazioni sbagliate.
Fammi
inciampare e rompere un piede nei binari della vita, piuttosto che correre per
prendere al volo i treni affollatissimi della carriera, dell'evasione, e
dell'immagine, i treni di tutti, ma non Tuoi!