Paradiso: ci deve essere! - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Paradiso: ci deve essere!

P > Paradiso
Ap 21,2: "..e vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo, adorna come la sposa per lo sposo". Che strano e che bello, che sia il tuo cielo a scendere sulla nostra terra e non viceversa: allora vuol dire che questa terra, questa nostra avventura di vivere, questo travaglio della storia di tutti e di ciascuno non è nè valore unico e assoluto nè un giochetto per far passare il tempo in attesa della vita eterna: la mia storia prepara la tua eternità! Fammi sobbalzare a questo pensiero più che se vincessi i miliardi della lotteria di Capodanno!
La tua Gerusalemme, scesa fra di noi, la tua rivincita su Babilonia, qui adombrata come lo sfondo nero della notte mette in evidenza il luccichio delle stelle, la tua Gerusalemme è presentata come cinta dalle dodici porte sulle quali stanno scritti i nomi degli eletti! Fammi sussultare, Signore, quando capisco che il vezzo poetico dell'innamorato che chiama una stella con il nome della sua amata, diventa nella fede realtà: davvero, Signore, come dice la canzone, "i nostri nomi stanno scritti nel cielo!". Il mio nome lassù più scintillante di una stella!
E le mura della tua Città poggiano sulle dodici fondamenta dei dodici Apostoli: non permettermi, Signore, di inventarmi una religione a mia misura, un Dio a mia immagine e somiglianza. Voglio che l'albero della mia fede metta radici nella storia vera e breve di quei dodici poveretti.
Fammi stupire anch'io, insieme all'Apostolo Giovanni che spalanca incredulo gli occhi, davanti alla tua Città, la tua Gerusalemme universale, senza il tempio: non ci saranno più nè chiese, nè parrocchie, nè Vaticano nella nostra terra inondata dal tuo Cielo, perchè tu non sarai più qui o là, ma sarai "tutto in tutti": voglio esultare al pensiero di tutto il creato che rientra luminoso nel grembo del suo Creatore. Scampami, Signore, dalla tentazione di pensare che tutte queste "fantasie" della tua Apocalisse, tutti questi sogni del tuo cuore che ci confidi cifrati e talora addirittura indecifrabili, siano pensieri lontani dalla mia vita, roba da misticheggianti perdigiorno, ammaliati da qualche pifferaio dell'evasione religiosa: non riuscirei ad impegnarmi seriamente per il mio lavoro e per la mia famiglia se non li sognassi un giorno rifioriti nel tuo giardino di eterna primavera!
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