Abito: coprendo il corpo traspaia il cuore
A
Tm. 2,9: "Con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza".
Fermami a considerare questo particolare così originale del vestito: soltanto l'uomo, tra tutti gli animali, si veste anche quando il clima non lo esige. Fammi attento al mistero di questo mio corpo che col vestito manifesta l'esigenza di proteggere un mistero.
Liberami dall'attenzione smaniosa al vestito, schiavo della moda, schiavizzante la mia libertà e i miei gusti, esigente di un veloce ricambio senza bisogno, divoratore di denaro rubato ai Poveri.
Fammi ironizzare sulla sicurezza che provo indossando un vestito che mi piace, sul tentativo di superare la depressione con un vestito nuovo, nel desiderio insinuante di attirare su di me l'attenzione attraverso la stoffa che indosso, evidenziandomi a confronto del vestito degli altri.
Inorridiscimi davanti alle vetrine di quegli abiti firmati e di lusso, inzuppati e puzzolenti del sangue dei Poveri, fino a modellarmi il gusto per l'abito pulito e dignitoso nel distacco commiserante verso la persona sempre elegante.
Inonda il mio cuore di appassionato sconforto davanti al mondo vuoto e sanguinario delle sfilate di moda, dove la persona scompare sotto la stoffa che indossa, riducendo il corpo a manichino del vestito, sull'effimero palcoscenico dell'immagina.
Concedimi il gusto ordinario di indossare gli abiti usati da altri, non solo per evidente risparmio da devolvere al Povero, ma anche per il gusto di stare, anche nel vestito, dalla parte di chi non si può comprare vestiti.
Fammi attento al fascino dell'abito usato da altri come un pedagogico espediente per "mettermi nei panni" degli altri.
Insegnami a vestirmi per sottrarre il mio corpo avvizzito dal disprezzo di un incontro superficiale, per difendere il mio corpo avvenente da uno sguardo avido, entrambi incapaci di oltrepassare la soglia del corpo per bussare al santuario del cuore.
Insegnami a svestire il mio corpo in gesto di fiducioso abbandono soltanto davanti a chi ha già bussato alla porta della mia anima: il segno di più piena accoglienza alla mensa dei miei sentimenti.
Fammi impaziente del giorno e del luogo in cui, nel tuo Cielo, i nostri corpi restituiti all'innocenza originale, prima che Adamo si vestisse, si porgeranno castamente all'abbraccio universale con tutti, fra le tue braccia.