Fede: fatica in compagnia
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Mc 16,9: "Ma gli apostoli, pur avendo
saputo che Gesù era vivo e che Maria l'aveva visto, non vollero credere"
Signore Gesù,
grazie di tutto cuore per questa parentela di sentimenti che avverto di poter
nutrire con i tuoi Discepoli, tuoi intimi per tre anni: anch'io, come loro, non
trovo spontaneo, naturale, il credere! Chissà se sarà stato più difficile
credere per me, che non vedo niente, o per loro che vedevano lo scandalo di un
Dio che mangiava, beveva e dormiva (all'aperto, in quei tempi!).
Grazie perchè così c'è posto anche per me tra i tuoi Amici!
Grazie perchè
allora tra questi tuoi Amici, così perplessi, mi ci posso sentire anch'io senza
imbarazzo! Grazie perchè allora è vero che anche di una "brava persona
qualunque" come i tuoi Discepoli e come me, Tu puoi fare una persona
eccezionale, capace di incantarsi, infiammarsi, lasciare la pelle, per
inseguire una Speranza considerata follia!
Ma tu, Signore
Gesù, che leggi nei nostri cuori come su di un libro aperto, ecco che Tu ci
riveli la radice della nostra paura, quando l'evangelista aggiunge: "li
rimproverò per la loro incredulità".
Signore Gesù,
anch'io tremo nel credere che la vita non sia soltanto una catena infinita di
reazioni chimiche, anch'io trepido nel sospettare che la parola della coscienza
sia solo suggestione di secolari abitudini.
Anch'io faccio
fatica a credere che l'Uomo potrà davvero distinguersi dalla belva, anch'io
stento a credere che la vita non finisca con la morte, in un salto nell'abisso
di un Destino senza volto.
Concedimi, Signore, tanta disperata sete di Speranza, da trovare il
coraggio oltre la disperazione: il coraggio di credere che la tua Speranza è
possibile, che soltanto un superficiale può "tirare avanti" giorno
per giorno, senza ardere in petto di una umanamente "irragionevole"
speranza, "ingannando il tempo" nell' aspettare la Morte!