Liturgia: da vivere
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Es. 12,16: "Avrete una convocazione sacra".
Non permettermi, Signore, di uscire da una liturgia esattamente come sono
entrato: Tu, Signore, avresti scritto sulla sabbia del
mio cuore.
Non permettenui,
Signore, di partecipare a una liturgia come uno spettatore in platea davanti a
una commedia che già conosce a memoria: Tu non saresti, Signore, il Dio della
novità nella mia vita!
Non permettermi, Signore, di osservare
schizzinoso le banalità di certe liturgie, elargendo sorrisi di consenso o
riversando smorfie di disgusto, asserragliato nel balconcino privato del mio
defilato giudizio: la Chiesa non sarebbe la mia famiglia!
Non permettermi, Signore, di assistere
impotente al monopolio clericale della liturgia, come se questa fosse
ovviamente "affare del prete" e il prete fosse
"inattaccabile".
Non permettermi, Signore, di partecipare
tranquillamente, con il viso pacificato di chi sa benissimo che lì non c'è
nulla da prendere e nulla da perdere, a liturgie scontate, dove il Vangelo non
raccoglie e non rimanda la sfida della moderna società secolarizzata.
Grazie, Signore, perchè
ho incontrato il mondo della fede, perchè ho conosciuto chi ti ha conosciuto,
perchè ho varcato la soglia misteriosa dei templi e dei riti, questi gesti così
strani fatti per parlare con Te! Grazie per i Sacramenti, per questi
appuntamenti visibili con la persona dell'Invisibile, per questi gesti sempre
uguali lungo i secoli e attraverso i continenti, nei quali sfuggo all'arbitrio
solitario del mio incontro con Te, entrando in questa casa e in questo rito
comune a tutto il tuo Popolo, la Chiesa. Ma grazie ancora di più perchè mi hai
guidato a scoprire che le tracce della mia fede emotiva e personale mi
conducevano ai riti comuni, collettivi e "oggettivi" della mia
Chiesa: li mi scampi dal pericolo di fare della fede una emozione allo specchio
di me stesso.
Perchè è nella Chiesa che Tu mi hai dato
appuntamento con Te insieme ai fratelli, mi regali l'ebbrezza di sentirmi
Popolo, e Popolo di Dio!