Capodanno: allegri sè, pensando al primo e all'ultimo del mondo
C
1Cor 7,29: "il tempo ormai si è fatto breve".
Signore Gesù,
noi ci sentiamo quasi a disagio nel prendere in mano la tua Parola eterna,
proprio oggi, ultimo giorno dell'anno, mentre tutti sembrano impazzire per
dimenticare che siamo diventati più vecchi. Non lasciarci imbarazzare da
un'allegria che sembrerebbe crearci disagio, quasi che solo ragazzi e
buontemponi avessero il diritto di ridere.
Signore Gesù,
tu che ci hai fatto nel mondo ma non del mondo, ecco che non temiamo di
mescolarci alle pazzie del mondo in questa notte di Capodanno.
Fissiamo
tuttavia lo sguardo audace in quella notte che fu il Capodanno di tutti i Capodanni:
quella notte in cui "veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina
ogni uomo"....
Tu ci hai
detto che tutto all'inizio è nato da te: il Capodanno universale fu un giorno
"di vita, e la luce era luce per gli uomini".
Se da Te è
iniziato il "giro del mondo" e della storia, ecco che allora io non
ho paura di quando termina una tappa e ne inizia un'altra, stanotte!
Se tutto è
iniziato nella luce, la Tua, ecco che allora trovo la ragione per accendere
anch'io tutte le luci e i fuochi di questa notte: io voglio credere che queste
luci che si spengono dicono l'ansia dell'uomo a una luce che non si spegne mai!
E se
nonostante "le tenebre non abbiano accolto la luce", ciò nonostante
la tua luce continua "a illuminare ogni uomo", ecco che io so
brindare e schiamazzare non per dimenticare che un anno è passato, ma per
ricordarmi che quest'anno passato era nelle tue mani, come questo che viene.
Insegnami a
ricordare che tutto il tempo, passato e futuro, è nelle tue mani: così non mi
deprimono più le prime rughe, non mi imbarazzano più i primi capelli bianchi,
non mi annienta più il pensiero che adesso sono più vicino al traguardo.
Insegnami a
lasciarmi contagiare dalla gioia di stanotte. Ma insegnami altresì ad avere
paura della allegria superficiale, paura del riso squillante che nasce dalla
gola e muore sulle labbra, paura del ritmo e del rumore ascoltati solo per non
sentire niente e nessuno.
Non
permettermi di dimenticare stanotte le pagine devastanti di guerra, di
tangenti, di disoccupazione, di complotti, di immani e nascoste sofferenze di
quest'anno trascorso: non voglio dimenticare per godere. Voglio sperare proprio
ricordando!
Spalanca il
mio cuore nella certezza che tu conosci tutte le pagine di nascosta bontà,
scritte nel cuore di ciascun uomo e ciascuna donna e di ciascuno di noi,
durante quest'anno trascorso le pagine che tu solo, Signore, trovi il tempo di
leggere fino all'ultima riga.
Ecco perchè,
Signore, tu ci dai il motivo per cantare, ridere, scherzare, stasera, senza
dimenticare chi piange solitario, in questa notte in cui chi è solo, è più solo
degli altri giorni. Perchè, iniziata nel tuo cuore, questa festa non avrà mai
fine.