Mondo: e fede - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Mondo: e fede

M > Mondo
 
 
Gv.12,47: "Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo".
 
Signore Gesù! Non voglio fuggire, io credente, impaurito davanti al mondo di oggi: voglio frequentarne le strade, voglio raccoglierne le sfide, voglio lasciarmi provocare dalle sua massime e dalle sue lusinghe, per testimoniare la forza perenne del Vangelo, capace di farsi fecondare perfino dall'errore.
 
Insegnami a guardare con occhio coraggioso e simpatico questo mondo che sembra avanzare travolgendo schemi e steccati della fede: voglio raccogliere la sua sfida per quei valori di libertà, di giustizia, di democrazia, di scienza, di uguaglianza, di razionalismo che mi sbatte sulla faccia di credente.
 
Scampami, Signore Gesù, dal pericolo di considerare la vita cristiana una faccenda privata e personale, come se alla giustizia intorno a me, dal lavoro alla politica, dai problemi di un testamento a una vertenza sindacale, dovessero pensarci gli altri.
 
Ma scampami altresì dal pericolo di pensare che la sola cosa che conta nella vita sia la giustizia sociale, il lavoro garantito, l'affitto equo, come se le domande sulla vita, sulla morte, sul dolore e sull'amore, fossero ripiegamenti patologici.
 
Scampami dal pericolo di pensare che "la fede è una cosa e la politica è un'altra", come se tu, Signore, e la tua Chiesa non aveste operato la vostra scelta preferenziale dalla parte degli Ultimi, ma ci permetteste invece di pensare alla politica come all'arte di difendere i propri diritti.
 
Ma scampami altresì dal pericolo di credere che il cristiano possa trovare già confezionata nel vangelo la ricetta per risolvere ogni problema sociale, senza mettersi in attento ascolto di tutte le diverse soluzioni che in diverse parti del mondo si tentano per gli stessi problemi.
 
Alimenta ancor oggi uno spassionato ed appassionato dialogo tra credenti e non credenti convincendoci che nessuno possiede il monopolio della verità.
 
Incoraggia il non credente che abita nel cuore del credente a vedere con lucida simpatia le ragioni di chi si dichiara non credente, per alimentare l'inesausto stupore della propria fede.
 
Incoraggia il credente che abita nel cuore del non credente a scrutare con attenta perplessità le risposte di chi si dichiara credente, indagando se in quelle indimostrabili risposte si trovasse l'auspicato riscontro alle sue incessanti domande.
 
Mandaci, Signore, uomini e credenti "di frontiera", capaci di leggere il Vangelo sulla soglia delle chiese, privilegiando il "Lontano" come primo interlocutore del Tuo messaggio: Tu sei venuto, hai detto, non per i sani ma per i malati!
 
Mandaci Pastori coraggiosi, che sappiano rischiare la contaminazione, salvandosene, evitando la tentazione del pastore che, temendo di esporre le pecorelle al pericolo di brucare erba avvelenata, le tiene chiuse nell'ovile alimentandole di paglia secca.
 
Mandaci Pastori capaci di varcare la soglia di ogni ambiente, dall'assemblea sindacale alla discoteca, senza complessi di inferiorità e senza baldanzose arroganze, innamorati sempre di ogni persona, come Tu Signore, parlavi con i nemici della Patria e Ti lasciavi carezzare dalla Peccatrice.
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