Chiesa: e mondo - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Chiesa: e mondo

C > Chiesa
Gv 17,15: "non chiedo che tu li tolga dal mondo."
Signore Gesù! Non voglio fuggire, io credente, impaurito davanti al mondo di oggi: voglio frequentarne le strade, voglio raccoglierne le sfide, voglio lasciarmi provocare dalle sua massime e dalle sue lusinghe, per testimoniare la forza perenne del Vangelo, capace di farsi fecondare perfino dall'errore.
Scampami, Signore Gesù, dal pericolo di considerare la vita cristiana una faccenda privata e personale, come se alla giustizia intorno a me, dal lavoro alla politica, dai problemi di un testamento a una vertenza sindacale, dovessero pensarci gli altri.
Ma scampami altresì dal pericolo di pensare che la sola cosa che conta nella vita sia la giustizia sociale, il lavoro garantito, l'affitto equo, come se le domande sulla vita, sulla morte, sul dolore e sull'amore, fossero ripiegamenti patologici.
Alimenta ancor oggi uno spassionato ed appassionato dialogo tra credenti e non credenti convincendoci che nessuno possiede il monopolio della verità.
Incoraggia il non credente che abita nel cuore del credente a vedere con lucida simpatia le ragioni di chi si dichiara non credente, per alimentare l'inesausto stupore della propria fede.
Incoraggia il credente che abita nel cuore del non credente a scrutare con attenta perplessità le risposte di chi si dichiara credente, indagando se in quelle indimostrabili risposte si trovasse l'auspicato riscontro alle sue incessanti domande.
Insegna Tu ai tuoi preti il gusto della gente, incontrata sul lavoro o in discoteca, in famiglia o all'ospedale, in chiesa o allo stadio, nell'eremo o alla spiaggia, nel confessionale o nel comizio, palpitando sempre in cuore il desiderio di condurla davanti al Tabernacolo.
Insegna Tu ai tuoi preti una familiarità intima con i giovani più disinvolti, senza gareggiare in giovanilismo con loro, una familiarità intima con gli uomini senza apparire dipendenti come loro dal mito del rampantismo professionale e del tifo sportivo, una familiarità intima con le donne, sorelle e amiche, senza scivolare nella scorciatoia di un rapporto seduttivo, una familiarità intima con l'Anziano e il Malato senza con lui, attendere inerte il traguardo.
Conduci Tu, Spirito Santo, la tua Chiesa ad un'incarnazione nel mondo capace di assumerne con simpatia tutto l'umano senza perdere, per omologarsi, nulla del divino.
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