Bambini: cosa gli diamo (Sal) - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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di don Prospero Bonzani
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Bambini: cosa gli diamo (Sal)

B > Bambini
Sal. 148,12: "Anziani e bimbi lodino Dio!"
Grazie per quella volta che mi hai insegnato il nome dei fiori sul prato davanti alla casa di campagna. Per quella volta che, spenta la TV, mi hai accompagnato a guardare le stelle e mi hai detto: "quella è la stella polare: tutto ci gira intorno." Allora mi sono sentito tranquillo perchè questo mondo, nonostante tutto, assomigliava così ad un grande meraviglioso mosaico, più che a un mucchio di pietruzze colorate gettate a caso per aria.
Prendimi per mano, qualche volta, anche se arrivi a casa stanco, anche se sto guardando un cartone. Portami ad aprire la finestra sul mondo. Con la mano nella tua i miei piccoli grandi occhi di bimbo vedranno un panorama di luce, dietro la notte. Insegnami a guardare, a stupirmi, a sobbalzare di gioia. Le tue carezze mi puliscono gli occhi.
Grazie per quando vi siete perdonati, dopo quella brutta sera che vorrei proprio dimenticare. Da quella volta lo so che l'amore vince tutto, e guarisce le ferite, e non c'è mai da pentirsi ad avere amato per primi! E quando perdoni me, fammelo come un regalo di cuore, felice di perdonarmi: io imparerò a sentirmi felice di essere perdonato. Sento che mi servirà tanto, nella vita!
Grazie per quella volta che aveva suonato alla porta quel ragazzino di colore a vendere sciocchezze. Era mezzogiorno della domenica: tu gli hai offerto un posto alla nostra tavola. Un attimo di imbarazzo, e poi via, fino a giocare insieme. Allora ho capito che anche lui era figlio di Dio!
Grazie per quella volta che, messo da parte il giornale, mi hai preso sulle ginocchia e mi hai stretto forte. Ho sentito battere il tuo cuore. E tu il mio. Come dimenticarlo?
E hai cominciato a sfogliare l'album di famiglia. La prima foto da fidanzati, poi la mamma giovane con quel vestito fuori moda.
Poi ti sei fermato su quella pagina davanti a una foto più grande delle altre: la foto di gruppo del vostro matrimonio. Lentamente, hai posato il dito sul volto di quella zia di cui non ricordo più il nome. Mi hai detto che ti voleva tanto bene. E che adesso abitava lontano, oppure vicinissimo, in Cielo. Allora ho sentito in cuore che noi non ci saremmo lasciati mai, neppure fra mille milioni di anni. E ci saremmo ritrovati per sempre. Da allora vivo felice!
Papà, Mamma, Nonno e Nonna della mia vita: fammeli adesso questi regali. Fammeli subito. Perchè certi treni passano una volta sola nella vita. E domani potrebbe essere tardi. Grazie perchè questi regali me li sento già tra le mani. Ne sono sicuro. Così adesso vi voglio ancora più bene!
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