Giovani: dai vasti orizzonti
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Lc. 14,21: "Esci nelle piazze fino a riempire la mia casa".
Scampa,
Signore, i nostri giovani, dalla sventura di accontentarsi di quello che noi
adulti offriamo loro: benessere, sicurezza, affetto, carriera, confort e
indifferenza.
Scampa,
Signore, i nostri giovani dal mito luccicante e funesto con cui sono insidiati
dalla nostra società: soldi, salute, sesso, successo.
Ma scampa,
soprattutto, Signore, i nostri giovani, dal pericolo di accontentarsi di una
vita piccina, soddisfatti della loro passione privata per il computer o per la
ragazza, come se tutto il resto del mondo fosse cancellato.
Insinua nel
cuore dei giovani l'intelligente insofferenza per la stretta mortale delle loro
"compagnie", intessute di telefonate assillanti, cementate da pesanti
sudditanze a leader indiscussi, assemblate da mille voci esultanti per un
pallone, tristemente consunte da ricorrenti pettegolezzi di periferia.
Dilata,
Signore, gli orizzonti mentali dei nostri giovani, indirizzando il nervoso
"zapping" del loro telecomando TV verso gli spettacoli che consentono
oggi, per la prima volta nella storia dell'umanità, di vivere uno sguardo
universale sulla guerra chissà dove, sulle scoperte scientifiche di chissà chi,
sulle usanze sentimentali dell'altra faccia del pianeta: mandaci dei giovani
"mondiali".
Dilata,
Signore, i gusti estetici dei nostri giovani, liberandoli dalla schiavitù delle
hit-parade musicali del momento, sciogliendoli, dal laccio dei miti televisivi
di giornata, tagliando il nodo scorsoio del vertiginoso ritmo della moda, fino
a farli gustare l'armonia greca del Partenone, l'arte fantasiosa della
"Pastorale" di Beethoven, il gusto estetico del monastero buddista.
Dilata,
Signore, le ambizioni geografiche dei nostri giovani, strappandoli come
crostacei dallo scoglio della via e del "muretto" al quale vivono
abbarbicati, timorosi di quel mondo che osservano dietro lo schermo protettivo
del videogame: il gusto del viaggiare, del conóscere, dell'incontrare e dello
scoprire possa vincere la paura del nuovo che paralizza il loro cuore e acceca
il loro sguardo.
Ma dilata, soprattutto, Signore, gli spazi
cardiaci dei nostri giovani, appassionandoli dell'intervento sociale, delle
sorti collettive della scuola, delle vicende di costume del "Villaggio
globale", fino a superare la massificazione solitaria delle
"compagnie" con la militanza di un gruppo organizzato attorno a un
progetto per cambiare.
Appassiona,
Signore, i nostri giovani, di passioni mondiali, fino a decidere di abbracciare
e farsi abbracciare da un ragazzo, da una ragazza, soltanto se congiungendo i
loro abbracci, accettassero di abbracciare insieme i mai Abbracciati di questo
mondo.