Commercio: il denaro è buon servitore ma cattivo padrone - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Commercio: il denaro è buon servitore ma cattivo padrone

C
 
 
Sir 26,20-27,3: "fra la compera e la vendita si insinua il peccato."
 
Rendimi attento, Signore, e pur distaccato da questo mondo degli affari, in cui pure capisco di dover vivere: scampami dalla sventura di invidiare il benestante, pensando che i soldi portino la felicità. Liberami dall'invidia per il ricco emergente, per l'affarista furbastro, per i manager schiavizzati dall'immagine perenne del rampante, per l'amico che possiede una casa più grande della mia e anche l'alloggio a Cervinia....
 
Suscita nel mio cuore una compassione grande per tutti coloro che pensano di riempire con le cose il proprio cuore.
 
Concedimi uno sguardo pacato e sereno nei confronti del denaro, "cosa" necessaria per la mia vita della quale "cosa" vorrei però fare il più possibile a meno, per sentirmi le mani, libera dalle cose, più pronte a stringere la mano dei fratelli.
 
Fammi sentire affittuario e non proprietario delle cose e del denaro, pronto a donare con gioia tutto quello che fuoriesce dal piatto del mio sostentamento quotidiano.
 
Fammi sentire il mio fratello bisognoso come proprietario di diritto, e non per generosità, del mio superfluo.
 
Rendimi consapevole e operativo davanti a questo mondo globalizzato dove le multinazionali si sostituiscono ai governi e spostano astutamente il lavoro dove il lavoratore può essere più facilmente sfruttato: dopo l'espulsione di un ribelle molti dietro di lui domandano di essere assunti per lo stesso strangolatorio lavoro.
 
Facci sentire il gusto dolce delle lacrime e il sapore amaro del sangue di cui sono inzuppati i nostri vestiti e verniciate le nostre fotocamere digitali.
 
Fammi sentire così ricco dell'Amore Tuo e di quelli che mi amano da trovare il coraggio di rischiare tanto di quello che ho per chi non ha niente da rischiare, perchè non ha niente.
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