Autorità: in famiglia
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Sir 20,22:
"Sottometti i figli fin dalla giovinezza"
Convincimi,
Signore, di non poter rinunziare alla autorità che Tu mi hai dato in famiglia,
né per debolezza di carattere, né per conquistarmi la simpatia degli altri, né
riempiendo di cose le mani a chi lascio il cuore vuoto di presenza e di
affetto.
Insegnami ad
esercitare l'autorità in modo che anche l'altro possa facilmente capire che mi
esprimo per il suo solo bene e mai per affermare che, in fin dei conti, comando
io.
E se, dopo
aver pensato e pregato, sento di dover comandare quello che dispiace, possa io
pagare con una temporanea perdita d'affetto il suo vero bene.
Allontanami da
quelle forme di autorità che fanno parentela con il potere: sarà l'esempio
della mia gioia nel vivere quello che comando, la strada più sicura per
convincere senza vincere.
Scampami dall'atteggiamento di chi comanda attraverso il ricatto affettivo:
"se mi vuoi bene, ascoltami ! So io quale è il tuo bene per te!": la
verità non possiamo piantarla come chiodi col martello dell'autorità ma la
faremo sbocciare come un fiore saggiamente alimentato dall'esempio di una vita.
nonostante tutto, gioiosa!
Insegnami ad
indicare con il vigore delle parole e la testimonianza dei fatti la scelta che
penso, Tu, Signore, vorresti suggerire, ma insegnami a permettere anche
l'errore, come il Buon Pastore che lasciò smarrire la pecorella e l'accolse
senza rinfacciare quel terribile "te lo avevo detto, io!".
Aiutami ad
accogliere e ricercare con riconoscenza le osservazioni di chi può, bene o
malamente, suggerimú gli errori che commetto nell'esercizio della mia autorità.
Fammi i desiderare di comandare il meno
possibile, per diventare finalmente inutile, quando la persona di cui mi sento
responsabile ha imparato ad ascoltare anzitutto Te, che suggerisci alla sua
coscienza, Tu che hai detto "io sono la Via, la Verità, la Vita!".
Non permettere che io possa mai comandare ad
altri qualcosa, senza aver chiesto che Tu mi comandassi qualcosa per quel
qualcuno!