Ammalati: come incontrarli - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Ammalati: come incontrarli

A > Ammalato
 
 
Mc 1,28: "Condussero a Gesù tutti i malati, tormentati da varie malattie. "
 
Nel tuo giardino delle origini pare che non ci fossero né malati né ospedali. Ci pensò il peccato a inventarli. Ma noi vorremmo ringraziarti oggi, Signore, per aver inventato la salute, come per aver permesso la malattia!
 
Donaci uno sguardo intenerito sulla povertà del malato, impoverito non nel suo portafoglio, ma nel suo stesso corpo. In balia di persone talora attente, più spesso tragicamente indifferenti.
 
Fammi attento al Malato un po' prima che la mia prossima malattia debba farmi capire cosa passava nel cuore di quel Malato cui io sono passato accanto guardando impazientemente l'orologio.
 
Donaci di combattere con ogni mezzo la malattia che insidia il nostro corpo, ma rendici altresì attenti a sollevare il peso dei Malati che incontriamo sul nostro cammino senza mai permettere il vergognoso sollievo di sapere che malati noi non lo siamo!
 
Fammi attento a sollevare il peso dei Malati abbandonati nella corsia d'ospedale, calda nel termosifone ma ghiacciata nei cuori.
 
Fammi attento a sollevare il peso di quei malati che non iniziano neppure il loro cammino verso la guarigione: i tantissimi Malati di quei Paesi dove non usa curare i Poveri, neppure per finta come da noi! Ma donaci altresì, o Signore, dopo aver inutilmente combattuto contro la malattia di chi amiamo, di lasciar visitare la nostra sconfitta dalla tua presenza.
 
Dammi luce e coraggio per pregare con il Malato, per dirgli tutta la verità che può capire sulla sua malattia, per invitarlo ad imbarcarsi serenamente sulla nave-traghetto dell'Eucarestia, antipasto del pranzo senza fine nei cieli.
 
Insegnami a raccogliere nel disfacimento della malattia il concime prezioso per fiorire nel mio cuore fiori di saggezza che non vi sarebbero altrimenti mai fioriti.
 
Donami di accogliere volontariamente l'invito forzato della malattia a fermarmi, a. pensare, a guardare me stesso egli altri negli occhi, a verificare dove sto andando in questa corsa frenetica e cieca della mia vita. Insegnami, ammalato, a passarmi la vita in moviola, lentamente, al video della coscienza, promettendoti un diverso uso del mio tempo quando il fantasma della malattia si fosse allontanato.
 
Impediscimi di guarire se dovessi ritornare tale e quale ero prima della mia malattia.
 
Donami il sereno coraggio di stare serenamente accanto al Malato che non guarirà, per aiutarlo a venirti incontro nella luce della fede!
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