Prestito: renderTene conto - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Prestito: renderTene conto

P > Prestito
 
 
Lc 19,11: "Quando quel Signore fu di ritorno domandò ai servi di rendergli conto di quanto avessero fruttato i suoi talenti".
 
Ai servi della parabola avevi dato in prestito delle cose: a me hai dato in prestito me stesso, e tutti i pezzi che mi compongono! Voglio riconoscerlo!
 
Signore! Mi hai dato la vita: è in prestito, non per rincantucciarmi a "passare il tempo", tornato a casa dal lavoro, in santa (diabolica!) pace, ma perchè, dove io passo, fiorisca entusiasmo.
 
Tu sai con quanti pensieri torno a casa. Ma io so che, nonostante tutto, esigi che quando entro in casa, entri il sole: devo rendere conto a Te delle nuvole che ci porto dentro, sul mio viso!
 
E poi mi hai dato tutti questi quarti d'ora della mia vita per fiorire speranza, entusiasmo e palpito profondo per la folla di persone qualunque che sono a questo mondo senza sapere perchè.
 
Tu vuoi che il vicino di sopra... lo sportivissimo sul pianerottolo... la "Signora dei pavimenti" di sotto possano incontrarmi, respirare e sorridere: devo rendertene conto!
 
Mi hai dato la fede affinché io creda appassionatamente in coloro che non sanno più credere neppure in se stessi: incontrarmi voglia dire ricominciare a sperare, a gustare la vita, cioè a credere!
 
Mi hai dato una famiglia. Lì non veniamo a rifugiarci da un mondo brutto e cattivo ma ci troviamo l'entusiasmo per uscire di casa e tornare a casa avendo lasciato il mondo un po' migliore di quando eravamo usciti: devo rendertene conto.
 
Mi hai dato dei figli, nella carne e/o nello spirito: affinchè io sogni per loro sogni di generosità, di audacia, di entusiasmo, di scoperta di Te.
 
Voglio la rivincita di sognare per loro quei sogni che io non ho avuto il coraggio di sognare per me! Ti renderò conto dei sogni che ho saputo sognare per quelli che amo!
 
Fammi attento a non dire più "mio tempo", "miei soldi", "mie ferie", "mia casa", "mio riposo", "me lo sono guadagnato e allora posso farne quello che voglio"...: tutto è tuo. A te devo risponderne. Suscitami l'ambizione di vivere alla presenza di Dio, ogni singolo palmo della mia vita: E tu mi giudicherai non sull'eroismo ma sulla gioia che ne avrò ricavato per me e per gli altri.
 
Insegnami a spendere, quarto d'ora per quarto d'ora, gli spiccioli della mia vita, anticipando fin d'oggi la chiarezza che mi brillerà dentro, in un certo "quarto d'ora" della mia vita: l'ultimo!
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