Peccato: esiste
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Gv 3,20: "chi fa il male non ha visto Dio".
Com'è
difficile, Signore, al giorno d'oggi, pronunziare questa parola senza essere
considerati dell'era paleozoica! Eppure non è forse vero che se il peccato non
esistesse l'uomo sarebbe soltanto o una perfettissima macchina o una
spontaneissima belva?
Scampaci,
Signore, dal mito della spontaneità contrabbandata per autenticità. Scampaci
dal pensare, col buon Rousseau, che "l'uomo nasce buono e la società
necessariamente lo corrompe".
Scampaci dal
pensare che il peccato non esiste perchè il bene e il male non esistono, frutto
variopinto e variabile secondo le stagioni storiche e le coordinate
geografiche: l'amor di Patria, per esempio, meritava dare la vita. Oggi,
globalizzati, dovremmo sentirci cittadini del mondo!
Scampaci dal
pensare che ciascuno è il frutto necessario, inesorabile, dell'educazione che
ha, o non ha, ricevuto, cancellando lo spazio per le sue scelte personali.
Scampaci
parimenti dal pensare che ciascuno è il risultato meccanico delle vicende
vissute in quella prima infanzia di cui non conserva neppure il ricordo,
portandone tuttavia le fatali conseguenze, come sostiene la psicanalisi.
Scampaci
ancora dal pericolo di pensare che ciascuno è il frutto addirittura prevedibile
dei suoi originari dati biologici. Il delitto sarebbe allora soltanto malattia
e l'ingegneria genetica si appresterebbe a modificare ad arbitrio il senso di
colpa e addirittura i criteri di valutazione del bene e del male.
Scampaci
ancora dal pensare che uomo e donna non siano realtà persistenti, ma risultato
temporaneo e perciò variabile di una evoluzione cieca dall'ameba, alla scimmia,
all'uomo, verso chissà cosa: la Tua Parola ci assicura che Tu hai creato l'uomo
e la donna perchè fossero e restassero tali, pur nel progresso che la scienza
ci ha recentemente permesso negli ultimi 50 anni, più che nei precedenti 5000!
Scampaci
ancora dal pensare che bene e male sono frutto di una scelta democratica
maggioritaria che definisce la morale a colpi di referendum popolari.
Scampaci
ancora dal credere che bene e male non abbiano più senso per il singolo
individuo ma conti soltanto il "peccato sociale" che si incarna nelle
strutture del "sistema" e crea le persone a propria immagine e
somiglianza.
Scampaci ancora dal pensare come il buon Marcuse che la guida e la
repressione degli istinti peccaminosi, dalla violenza alla sessualità, siano
soltanto il tranello con cui il "sistema" paralizza ogni potenziale
rivoluzionario, al fine della conservazione dell'ordine, o meglio, disordine
costituito. Noi vogliamo credere alla Tua Parola, Signore, che ci spiega come
dentro di noi esista una "ferita originale" che ci spinge a vedere il
bene e a fare il male, ci sospinge cioè lontano dall'unico progetto che Tu hai
su di noi: la nostra felicità.
Allora il peccato diventa per il credente
offesa a Te, nostro Signore, perchè delude il sogno di pienezza e di felicità
che Tu da sempre coltivi nel tuo cuore per ogni uomo, donna, che viene a questo
mondo!