Invidia: di chi? - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Invidia: di chi?

I
Sir. 9,11: "Non invidiare la gloria del peccatore".
Signore Gesù, quante volte ho fissato la tavola dei tuoi comandamenti come il ragazzino guarda con disprezzo il codice della strada che lo costringe a correre senza spaccarsi la testa!
Quante volte ho lanciato lo sguardo verso i tanti compagni di strada che fanno proprio quello che vogliono lasciando in piena libertà la belva che ci abita senza rimorso di sentirsi belva!
Quante volte sono diventato uno dei tanti che trovano il coraggio di cancellarti dalla propria storia e andarsene finalmente liberi solo perchè non ho avuto il coraggio di farlo!
Quante volte ho guardato con l'acquolina in bocca i miei amici che bevevano senza ritegno alla vasta coppa del piacere senza porsi la domanda se quella leccornia fosse velenosa!
Quante volte mi sono sentito stretto nei binari della tua volontà, mutilato dal rigore della tua legge, senza domandarmi se quei tagli potessero assomigliare alle dolorose feconde potature della mia anima! Concedimi anzitutto la santa invidia per chi sta seriamente faticando sull'inerpicato sentiero verso la gioia del servizio anzichè lasciarsi scivolare sull'ampia, affollata discesa di coloro che cercano la felicità all'indirizzo sbagliato del piacere.
Concedimi la santa invidia per chi ha figli meno laureati, meno belli e perfino meno sani dei miei, ma più dei miei appassionati dell'amicizia con l'Ultimo e dell'intimità con il Primo, che sei Tu.
Concedimi la santa invidia per i giovani: trovandosi ancora davanti la vita, possono ancora davvero rispondere con scelte di speciale generosità verso le folle dei depredati del nostr6 benessere. Possono ancora domandarsi a quale vocazione Tu li stai chiamando: sposare una famiglia per amare il mondo o sposare il mondo per farne una famiglia. Possono ancora domandarsi se quel giovane per cui sentono battere il cuore è davvero colui, colei che tu, Signore, hai sognato per la maggior loro santità, cioè per la maggior felicità, loro e di tutti!
Concedimi, Signore, la più aguzza di tutte le invidie: la santa invidia per chi mi dà l'impressione di amarti più di me!
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