Cibo: tavola fraterna
C > Cibo
Lc 11,3: "dacci il
pane quotidiano."
Trasforma, Signore, la greppia affannosa dei più tanti, in momenti di
incontro e di pace dove si attende di vedersi riempiere il cuore più che il piatto.
Libera dalla golosità raffinata le nostre mense, preferendo usare il tempo
per chi non ha cibo, materiale o spirituale, piuttosto che per una confezione raffmata del cibo per la
nostra tavola.
Libera parimenti dalla fretta nevrotica le nostre tavole, dove il cibo è
consumato senza calore e senza "poesia", trasformandoci in animali affamati, ciechi e sordi
davanti a chi pranza accanto a noi.
Insegnami a
dimostrare l'accoglienza all'ospite non solo quando gli preparo un piatto più
ricercato, ma soprattutto quando glielo preparo semplicissimo, perchè lo
conosco desideroso di stare con me più che con i miei piatti.
Insegnami ad alzarmi da tavola conservando sempre un pò di appetito, sia
per igiene alimentare, sia per farmi un pò vicino ai
tanti che a tavola non hanno proprio potuto sedersi perchè non c'era nulla da metterci
sopra.
Fà delle
nostre tavole una scuola di pace, dove ci si ascolta con più gioia di quando si
parla; dove si domanda "come stai dentro?" più volentieri che
"ti piace?" e "me la insegni questa ricetta?".
Scampa le
nostre conversazioni a tavola dalla quotidiana sciagura di una persistente
banalità, di parole dette tanto per far passare il tempo, dall'incubo di
silenzi distratti e prolungati, dal dipanarsi di argomenti che si alternano pur
di non bussare al cuore dei commensali.
Insegnami a
curare con attenzione la sanità e la semplicità del mio cibo e la fraternità
della mia tavola con più attenzione di quella che impegno per seguire
ferocemente la cura dimagrante.
Fammi attento ad evitare sulla mia tavola quei cibi che ben conosco
prodotti dalle Ditte che violentano la natura, che desertificano le foreste,
che usano il lavoro minorile, che sfruttano la mano d'opera del 3° mondo.
Impedisci di
sostituire col gusto di cibi prelibati il gusto della fraternità assente alle
nostre tavole. Rendici capaci di cucinare poveramente con un cuore ricco!
Grazie,
Signore, perchè, oggi più che mai, scopriamo come l'abbondanza straripante di
noi pochi sia rubata alla povertà dei più tanti. Insegnaci il gesto fraterno
del digiuno come incipiente restituzione! Grazie Signore, perchè troviamo
nell'equilibrio del cibo e della bevanda un passo decisivo verso l'armonia
della sessualità, acqua inondante capace di irrigare o distruggere la terra
buona del nostro cuore.
Grazie
Signore, perchè Tu hai goduto di festivi banchetti per celebrare gioia ed
amicizia e non ti sei lasciato in un fiore o in un gioiello, ma in una santa
Cena!